Page 317 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL PROBLEMA DELLE FRONTIERE ORIENTALI 309
confronti dell'URSS apparivano a Quaroni assolutamente inesistenti. La
guerra aveva realizzato "il sogno della Russia imperiale: estendere la sua
influenza politica e militare su quasi tutta la penisola balcanica e su quasi
tutto l'ex Impero austro-ungarico". Nel quadro di questo trionfo pansla-
vo Mosca avrebbe appoggiato a fondo le rivendicazioni di Tito.005) Tale
linea non era "suscettibile di cambiamento in relazione agli orientamenti
della politica interna italiana", perchè l'URSS faceva "della politica estera
e non della politica ideologica": "per cambiare l'atteggiamento della Rus-
sia sulla questione noi non possiamo fare nulla, tranne, forse, il gettarci
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completamente nell'orbita politica della Russia" . 0° > Ma questo era pos-
sibile e realmente utile? Sviluppando a distanza di alcuni mesi il suo ra-
gionamento, Quaroni rispondeva negativamente. L'Italia era in regime di
armistizio ed era nella zona di influenza anglo-americana; se un governo
italiano si fosse messo dalla parte dell'URSS "sarebbe stato immediata-
mente spazzato via dagli inglesi ... Questo i russi lo sanno, non hanno
intenzione di opporvisi, e per questo considerano l'Italia quantité négligea-
ble".007> L'amicizia russa avrebbe poi fruttato l'appoggio per le colonie,
le Forze Armate, le frontiere settentrionali e occidentali, ma non per quel-
la orientale. Del resto la Francia aveva concluso un patto d'alleanza con
l'URSS " oltre che per ottenere dei vantaggi immediati, anche nella spe-
ranza che Inghilterra e America si sarebbero date da fare per buy her ofl.
- osservava Quaroni oos> - Se questo gioco non è riuscito alla Francia,
ci sono assai poche probabilità che riesca a noi ... Fare un patto con la
Russia con l'idea di cambiare direzione appena possibile ... può forse dar-
ci qualche vantaggio momentaneo, ma ... alla fine dei conti non farà che
prostituirci più di quanto lo siamo già". Men che meno l'URSS era inte-
ressata ad una Italia neutrale, in posizione di mediazione tra essa e gli
(105) Cfr. Quaroni a De Gasperi, 23-4-45, ibi, n. 143. Precisò poi Quaroni "che la que-
stione di Trieste non è di quelle in cui la Russia sia disposta a giocare il tutto
per tutto" (Quaroni a De Gasperi, 24-6-45, ibi, n. 285, p. 384), mentre durante
la crisi di maggio-giugno aveva chiarito che il colpo di mano di Tito su Trieste
era stato realizzato col benestare di Mosca, che però, di fronte alla reazione occi-
dentale, non era stata disposta a sostenere Tito a fondo (cfr. Quaroni a De Gas pe-
ri, 22, 25, 27-5-45, ibi, n. 214, 217, 221)
(106) Quaroni a De Gasperi, 24-6-45 , cit.
(107) Quaroni a De Gasperi, 14-10-45, DDI, vol. II, cit., n. 621 , p. 850-51. Il concetto
dell'Italia vista come quantité négligeable dall'URSS ricorre in molti dispacci di
Quaroni.
(108) Quaroni a Prunas, 17-9-45, DDI, vol. Il, cit., n. 541, p. 735.
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