Page 318 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               occidentali:  "Oggi  i  russi  cercano  am1o  e  non  neutri",(l09)  "la  Russia
               non  vuole  dei  mediatori,  ma  dei  vassalli ...  non  ammette  posizioni  in-
              termedie".  0  10 >
                   L'URSS  non voleva la guerra,  perché sapeva di non essere in grado
              di vincerla; quindi si sarebbe spinta avanti nella sua politica dei fatti com-
                                                                   11
              piuti fermandosi  però prima di provocare un conflitto. 0  > Peraltro Qua-
              roni in una occasione si  disse  scettico  sulla  possibilità di  evitare la  terza
              guerra mondiale, nella quale l'Italia doveva cercare di restare neutrale.  0  12 >
              Più che di  neutralità si  doveva forse  parlare di  non belligeranza,  perché
              l'ambasciatore a Mosca sosteneva allo  stesso tempo la  necessità di realiz-
              zare  "quanto più rapidamente e completamente  possibile,  specialmente
                                                                   1
              nel campo economico" il cosiddetto "Patto occidentale" 0 3>  comprendente
              l'Italia,  ma  anche  che  quest'ultima,  che  non  era  mai  stata  "una grande
              Potenza,  nel senso vero della  parola", < 114 > né a maggior ragione lo  sareb-
              be diventata in futuro,  dovesse mantenere un basso profilo in campo in-
              ternazionale:  "l'unica politica  estera  che  ci  è consigliabile  dopo la  pace
              è quella di non avere una politica estera nel vero senso della parola: star-
              sene tranquilli e onesti al nostro posto e non cercare di agitarci: una poli-
              tica di trattati di commercio, di lavoro, di serietà che ci permetta di metterei
                                       1
              materialmente in piedi"  .0 5)  Inseriti nell'Occidente quindi, ma senza met-
              tersi  in  mostra.
                   Dal non poter sperare alcunché dall'URSS e dall'esser  inseriti  nella
              zona di influenza anglo-americana derivava, secondo Quaroni, l'esigenza
              di "appoggiarci sulla protezione dell'America e su un po' di benevolenza
              inglese".  0  16 > Ma quanto si  poteva contarvi? Gli americani,  da lontano si
              mostra vano "estremamente bellicosi", "dei leoni", poi al tavolo dei nego-



              (109)  Quaroni a  De  Gasperi,  17-9-45,  ibi,  n.  542,  p.  739.
              (110)  Quaroni a De Gasperi,  13-12-45, ibi, vol. III, (10 dicembre 1945 ·  12 luglio  1946),
                    Roma,  1993,  n.  15,  p.  22.
              (111)  Ibi,  p.  20.
              (112)  Quaroni  a  Prunas,  24-4-45,  ibi,  vol.  Il,  cit.,  n.  145,  p.  204.
              (113)  Quaroni  a  De  Gasperi,  13-12-45,  cit.,  p.  22-23.
              (114)  Quaroni  a  De  Gasperi,  30-9-45,  DDI,  vol.  Il,  cit.,  n.  589,  p.  790.
              (115)  Quaroni a Prunas,  17-9-45, cit.,  p. 735.  Quaroni ripeterà quasi dieci anni dopo
                    che "un'organizzazione solida e sana" della finanza interna era la  premessa indi-
                    spensabile per avere una politica estera (Quaroni a Brosio, 2-7 ·54, ci t. in De Leo-
                    nardis,  La  "diplomazia  atlantica" ... , cit.,  p.  510).
              (116)  Quaroni  a  De  Gasperi,  14-10-45,  cit.,  p.  851.








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