Page 319 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL PROBLEMA DELLE FRONTIERE  ORIENTALI                            311

               ziati era "tutt'altra cosa", e "molla[va}no tutto", perciò il loro appoggio
               "non vale[va}  un fico  secco"; questo faceva ancora "più rabbia, perché,
               anche  per i  russi,  le questioni italiane  non ... [erano}  sui  primi  numeri
               della lista di importanza, e sarebbero quindi [stati} disposti a cedere, an-
               che di molto, se gli americani fossero  [stati}  disposti realmente ad occu-
               parsene  sul  serio".  Perciò,  se  era  vero  che  "solo  dall'America"  poteva
               "venire un po' di aiuto",  non bisognava  aspettarsi  troppo  da  essa.0  17 >
                    Vi era poi l'Inghilterra. A fine giugno Quaroni riteneva che essa non
               avesse  "ancora rinunciato alle speranze di  portare via la Jugoslavia alla
               Russia" . Al di là di questa illusione destinata a svanire (almeno fino allo
               "scisma" titino del 1948), Londra poteva avere interesse a dirottare tutte
               le "aspirazioni ... rivendicazioni ... e quindi la ... politica estera" dell'Italia
               verso una frontiera  orientale delimitata in  maniera  per essa  insoddisfa-
               cente; inglesi e americani temevano una intesa italo-russa, quale miglior
               modo di impedirla che provocare una passione irredentista verso la Jugo-
               slavia? L'Italia poteva cercare di influire sull'atteggiamento di Londra in
               due modi: convincendola di avere "definitivamente abbandonata"  quella
               politica mediterranea che tanto aveva irritato l'Inghilterra ed evidenzian-
               do il pericolo di un passaggio nell'orbita sovietica di Trieste e dell'Istria
               che, con la loro tradizione cantieristica e marinara, avrebbero favorito la
               potenza navale russa nell'(ex) mare nostrum.0 18 > A metà del 1945 in Euro-
               pa il conflitto sembrava a Quaroni "più anglo-russo che russo-americano",
               in  realtà  "sul piano ideologico"  quest'ultimo era  "più profondo"  e  co-
               munque "decisiva"  era la posizione di Washington, "poiché i russi all'In-
               ghilterra sola si sentono perfettamente di resistere: all'Inghilterra appoggiata
               dall'America,  no" _019)
                    In  questo  quadro  interamente  dominato  dagli  interessi  politico-
               strategici delle Grandi Potenze, gli argomenti che l'Italia poteva presentare



               (11 7)  Le espressioni citate in Quaroni  a  De Gasperi,  14-10-45,  cit.,  p.  850,  Quaroni
                    a  Prunas,  1-12-45,  DDI,  vol.  II,  cit.,  n.  726,  p.  1025,  Quaroni  a  De  Gasperi,
                    13-12-45,  cit.,  p.  22.
               (118)  Quaroni a De Gasperi, 24-6-45, cit., p. 385-86 e Quaroni a Prunas, 1-12-45, cit.,
                    p.  1026. Anche secondo Tarchiani gli anglo-americani puntavano all'inasprimen-
                    to del contrasto con la Jugoslavia come fonte di inimicizia tra Italia e URSS e "an-
                    tidoto ad una bolscevizzazione" della penisola (Tarchiani a De Gasperi,  18-4-45,
                    DDI,  vol.  II,  cit.,  n.  133,  p.  177).
               (119)  Quaroni  a  De  Gasperi,  17-6-45,  ibi,  n.  270,  p.  367  e  Quaroni  a  De  Gasperi,
                    24-6-45,  cit.,  p.  384.








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