Page 313 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL PROBLEMA DELLE FRONTIERE ORIENTALI 305
aveva scritto al segretario di Stato americano Byrnes <93) che la linea Wil-
son "poteva essere presa come base" per la modifica della frontiera di
Rapallo, ammettendo che la Jugoslavia aveva ragioni etniche ed economi-
che per chiedere la rettifica di tale confine. Il ministro degli esteri chiede-
va anche venisse salvaguardata con uno statuto speciale l'autonomia di
Fiume e di Zara e si dichiarava pronto a concludere con la Jugoslavia ac-
cordi per la tutela delle reciproche minoranze.
De Gasperi si era convinto della necessità di "uscire dalle generalità
della 'pace equa' per entrare nel vivo delle questioni concrete",< 94 l auspi-
cando che fossero gli Stati Uniti a prendere l'iniziativa; le conclusioni del-
la conferenza di Potsdam, con la riaffermazione della specificità e priorità
del caso italiano e financo la promessa di ammissione all'ONU, erano sta-
te apprezzate da De Gasperi e avevano suscitato un ottimismo destinato
presto a svanire, ma per il momento rafforzato dal discorso del 20 agosto
del neoministro degli esteri britannico, il laburista Ernest Bevin, che era
parso segnare una evoluzione della politica di Londra in un senso meno
punitivo verso l'Italia. Occorreva mettere alla prova la "generica benevo-
lenza" degli americani, tanto più che, secondo quanto riferiva Tarchiani
negli stessi giorni (e avrebbe confermato in maniera più riduttiva il 3 set-
tembre) essi si stavano orientando per la linea Wilson con modifiche a
favore dell'Italia nell'Istria meridionale e della Jugoslavia nel Goriziano;
il Dipartimento di Stato non si nascondeva "la grande difficoltà di man-
dar via le forze di Tito da quella parte dell'Istria, oltre il tracciato della
linea Morgan", ma confidava, sempre secondo il nostro ambasciatore, "nella
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potenza anglo-sassone cui Tito dovrebbe sottostare" .<9 ) "Le comunicazioni
di Tarchiani - scriveva De Gas peri a Carandini - respirano ... di eviden-
te ottimismo", né Truman (al quale Tarchiani aveva consegnato una let-
tera di Parri da lui definita, un po' contraddittoriamente, "patetica ma di
(93) Cfr. Bernardi, op. cit., p. 203-4; De Gasperi a Byrnes, 22-8-45, DDI, vol. Il, cit.,
n. 446. Il 2-8-45 si svolse una Riunione ministeriale per la conferenza della pace
(ibi, n. 3 78), nella quale non si discusse, stranamente, della questione della Venezia
Giulia, pur considerata "La principale e più minacciosa".
(94) De Gasperi a Tarchiani, 15-8-45, ibi, n. 417 (inviato il17 anche a Carandini, Qua-
roni e Saragat).
(95) Cfr. ibi, De Gasperi a Tarchiani, 7-8-45 Tarchiani a De Gasperi, 15-8-45, De Ga-
speri a Quaroni, 25~8-45, Tarchiani a De Gasperi, 3-9-45, ibi, n. 391, 419, 457,
486; Varsori, Il trattato di pace ... , cit., p. 142-43 ; I. Poggiolini, Diplomazia della
transizione. Gli alleati e il problema del trattato di pace italiano (1945-1947), Firenze,
1990, p. 30-31.
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