Page 311 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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IL PROBLEMA DELLE FRONTIERE ORIENTALI 303
Salvemini fin dal 1943 si era schierato a favore della linea Wilson, legger-
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mente modificata a favore dell'ltalia.< l
L'altra linea, più realista e "rinunciataria", era già stata esposta dal
sottosegretario agli esteri Visconti Venosta in un promemoria del 6 ago-
sto 1944,< 86 l che rispondeva all'Appunto di Mazio del giugno precedente
osservando che esso non teneva sufficientemente conto di due fatti essen-
ziali: "l) che abbiamo perso la guerra; 2) che l'attuale governo rappresen-
ta forze ed ideali completamente contrastanti con le concezioni politiche
del governo fascista" . Visconti Venosta era "personalmente avverso" ad
una politica basata principalmente su concezioni strategiche,< 87 l che co-
munque non avrebbe trovato "consenzienti le forze determinanti l'attuale
situazione nazionale" e respingeva l'idea che la frontiera itala-jugoslava
divenisse lo spartiacque tra le zone d'influenza britannica e sovietica. Quan-
to al merito della questione, Visconti Venosta indicava come obiettivo la
linea Wilson (e Fiume città libera), da ottenere attraverso un'intesa diret-
ta con gli jugoslavi evitando il "sistema orientale" di chiedere molto per
ottenere meno mercanteggiando.
Ripetutamente l'Italia cercò di stabilire contatti diplomatici sia con
il governo jugoslavo regio che con Tito, chiedendo anche, nel secondo ca-
so, i buoni uffici di Mosca.< 88 l Con i monarchici non si andò al di là di
contatti generici e del resto fin dal 16 settembre (ma il rapporto pervenne
a Roma solo dopo quasi due mesi) l'ambasciatore a Mosca Pietro Quaro-
ni aveva ammonito: "Sarà necessario tener presente che Re Pietro, Puric
e Co., Subasic e Co., sono tutta gente superata, delle cui opinioni è inutile
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tener conto, e con cui è del tutto inutile anche solo tentare di trattare". <9)
Con Tito non fu possibile instaurare alcun rapporto.
Tra le due tendenze, arroccarsi sul trattato di Rapallo o ripiegare sul-
la linea Wilson, era destinata a prevalere la seconda, non senza qualche
(85) Cfr. Duroselle, op. cit., p. 146-7; Dé Robertis, op. cit., p. 191; Pupo, La Rifondazio-
ne ... , cit., p. 91-94; Novak, op. cit., p. 84.
(86) Visconti Venosta alla Segreteria Generale, 6-8-44, in DDI, vol. I, cit., n. 324. Vi-
sconti Venosta " non a v eva difficoltà a lasciarsi definire un bieco rinunciatario",
(Gaja, op.cit., p. 76). Sull'esistenza di una "doppia linea" nella diplomazia italiana
cfr. De Castro, La questione ... , cit., vol. I, p. 312-13.
(87) Cfr. Bernardi, op. cit., p. 194.
(88) Cfr. infra.
(89) Quaroni a Bonomi, 16-9-44, DDI, vol. I, cit., n. 409, p. 501; cfr. Dé Robercis,
op. cit. , p. 189 e 193.
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