Page 333 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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TRIESTE  NELLA  POLITICA  ANGLO-AMERICANA                         325

               sotto il suo comando, ma prometteva che il Governo Militare Alleato avreb-
               be fatto uso di qualsiasi amministrazione civile jugoslava già creata nell'a-
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               rea purché avesse lavorato soddisfacentemente.0 > Queste proposte fecero
               crescere  una  considerevole  agitazione  americana:  nell'avanzarle  Alexan-
               der abbandonava la richiesta, fatta il  1°  maggio, di Pola e ciò conduceva
               lontano dalla posizione americana che le frontiere italiane del 1939 dove-
               vano essere conservate in attesa di un accordo di pace generale. Il Diparti-
               mento  di  Stato  riteneva  che  esse  avrebbero  portato  al  risultato  che  gli
               jugoslavi e non gli Alleati avrebbero controllato l'area e l'ambasciatore Kirk,
               consigliere politico degli Stati Uniti di Alexander, paragonò gli argomenti
               di Tito a  quelli giapponesi per la  Manciuria, di  Mussolini  per l'Etiopia,
               e di Hitler per giustificare le sue aggressioni in serie.0 > Incontrando Mor-
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               gan  il  9  maggio,  Tito  semplicemente si  rifiutò  di  accettare  la  proposta:
               al massimo egli  era pronto a  concedere un Comando Militare congiunto
               dell'area,  ma  insisteva  sulla  sua  amministrazione  jugoslava.
                    Gli effetti immediati della rottura furono avvertiti dagli abitanti del-
               la regione: sebbene gli inglesi continuassero a consegnare rifornimenti al-
               la popolazione civile a levante dell'Isonzo, le azioni jugoslave ne impedivano
               la distribuzione. La pesante influenza delle truppe jugoslave e la cessazio-
               ne dei rifornimenti dalla piana di Udine esacerbarono il problema. A par-
               tire da113 maggio, secondo un osservatore americano, Trieste disponeva
               di pane per 4 giorni,  "abbondanti rifornimenti"  di verdure fresche,  ma
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               niente latte e niente carne.0 > La  città era effettivamente nelle mani degli
               jugoslavi, le cui pattuglie pesantemente armate e disciplinate, la pattuglia-
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               vano  costantemente  percorrendone le  strade. 0 >
                    Nei primi giorni della crisi  di Trieste, il  presidente Truman era in-
               cline a credere che le dimensioni operative della questione Venezia Giulia
               potessero essere tenute separate dalla soluzione di  principio della sua fu-
               tura amministrazione. Egli  non intendeva né consentire che le forze ame-
               ricane  fossero  usate  per  combattere  gli  jugoslavi  né  intendeva  essere
               coinvolto  in  questioni  politiche  balcaniche.  Così  come gli  eventi  si  svi-
               lupparono  ai  primi  di  maggio,  divenne  impossibile  mantenere  questa



               (14)  P.R.O.  AFHQ a  Macmis,  6  maggio  1945.  W .O.  202/319.
               (15)  Kirk al  Segretario  di  Stato,  8  maggio  1945.  F.R.U.S.,  1945,  vol.  4,  p.  1148.
               (16)  P.R.O.  Rear  Macmis a  Macmis,  11  maggio  1945 . W.O.  202/319;  Macmillan  al
                   Foreign  Office,  15  May  1945.  F.O.  371/48827.
               (17)  P.R.O.  Weidman  a  Spofford,  14  maggio  1945.  W.O.  208/3812.









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