Page 334 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               posizione.  La  determinazione del Dipartimento di Stato  di  mantenere il
               principio fondamentale della decisione territoriale da parte di un proces-
               so ordinato fu  sopraffatta dagli eventi. Questo divenne chiaro il 9 maggio
               con  il  rifiuto  di  Tito  della  proposta  del  generale  Morgan.
                    La  linea di  condotta che  il  Dipartimento di Stato escogitò,  e con la
               quale il presidente Truman concordò, stabiliva come minima richiesta ac-
               cettabile "il controllo completo ed esclusivo di  Trieste e Pola, delle linee di comuni-
               cazioni per  Gorizia  e Monfalcone, e di  un'area  sufficiente  ad oriente  della  linea
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               per permetterne il corretto controllo amministrativo".0 > Rovesciando la sua pre-
               cedente idea, Truman era ora pronto, se necessario, ad impiegare la forza
               per cacciare gli  jugoslavi da questa posizione.  Evidentemente in qualche
               modo allarmato dalla rapidità di conversione di Truman, il Capo di Stato
               Maggiore dell'Esercito, George C.  Marshall, sollecitò che fosse  fatto ogni
               sforzo  per  evitare  un  confronto  militare.
                    Il cambiamento di idee di Truman e la sua adozione di una posizio-
               ne forte favorita dall'ambasciatore Kirk, era il risultato della reinterpreta-
               zione della  crisi  da parte del Dipartimento di  Stato. Sistemandola in un
               contesto più ampio, il facente funzione di Segretario di Stato, Grew, mise
               in guardia che se non si fosse fatta resistenza alle richieste di Tito egli avreb-
               be spinto le  sue richieste  a parti dell'Austria  meridionale,  dell'Ungheria
               e della Grecia.  Oltre a ciò,  il problema non era solo  limitato a  stare con
               l'Italia o con la Jugoslavia ma "essenzialmente quello di decidere se noi vogliamo
               permettere al Governo Sovietico ... di creare qualsiasi stato e quei confini che sembri-
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               no  i  migliori per  il futuro  potere  dell'U.R.S.S." .< >
                    Forti pressioni da parte di  Bonomi e De Gasperi ad affrontare fer-
               mamente  il  problema,  e  non  velati  ammonimenti  delle  conseguenze  in-
               terne per il governo italiano se essi non l'avessero fatto, fornirono giustifi-
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               cazioni  aggiuntive  per  la  nuova  linea  di  azione.< 0
                    Entusiasmato dalla conversione del Presidente Truman ad una posi-
               zione  molto  più vicina  alla  propria,  Churchill rapidamente  richiese  che


               (18)  Truman  to  Churchill,  11  maggio  1945.  F.R.U.S.,  1945, vol.  4,  p.  1157.
               (19)  W .D. Leahy, l  Was There (New York: Arno Press, 1979), p. 368. Vedi anche Mac-
                   millan,  op.  cit. ,  p.  755  (11  May  1945).
               (20)  Memorandum del facente funzioni di Segretario di Stato al presidente Truman, lO
                   maggio  1945.  F.R.U.S.,  1945, vol.  4,  p.  1152-3.
               (21)  P.R.O. Sir Noel Charles al Foreign Office, 10 &  11  maggio 1945 . F.O. 3 71/48826;
                   L'  ambasciatore  in Italia  (Kirk)  al  Segretario  di  Stato, 9  maggio  1945.  F.R.U.S.,
                   1945, vol.  4,  p.  1150-1.









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