Page 340 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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ordine mondiale, la Francia non è, per il momento, che tollerata fra i grandi.
Questa posizione, così come la rinascita del suo stato di vincitore e di grande
potenza, la Francia la deve ottenere, spesso con dei colpi di mano o di
forza, che la mettono in contraddizione con gli interessi dichiarati degli
anglo-americani.
All'esterno delle sue frontiere, la Francia deve mantenere quelli che
essa considerava come suoi interessi primari, opponendosi agli anglo-
americani. A Yalta, i tre grandi ammettono che la Francia possa divenire
una potenza occupante in Germania, perché gli alleati in ciò hanno un
certo interesse. <9> Ma, quando esse dovettero creare la sua zona d' occu-
pazione a scapito delle loro, le cose non sembrano più andare liscie.0°>
Per gli alleati, non bisogna dare troppa importanza alla Francia, l'inci-
dente di Stoccarda (28 aprile 1945) ne è una prova eclatante.
Nel Medio-Oriente, la Francia, in quanto potenza occidentale pre-
sente negli stati del Levante, deve fare fronte ad una crisi estremamente
grave a partire dal 20 maggio 1945. Senza sviluppare i torti e le ragioni
della Francia, bisogna sottolineare il ruolo trainante della Gran Bretagna,
il cui obbiettivo a termine è di ottenere la partenza della Francia da que-
sta parte del Mediterraneo. Nei dieci giorni che seguono lo scoppio della
crisi, manca poco che francesi e britannici vengano alle armi. Quando,
finalmente, la Francia è costretta a cedere davanti all'ultimatum datole da
Churchill, essa lo fa con amarezza. Il generale De Gaulle sa che egli perde
così la sola testa di ponte di cui la Francia dispone in questa regione del
mondo. Ma ciò che a lui sembrava molto più intollerabile è che la Fran-
cia, il cui stato internazionale di grande potenza non è ancora assicurato,
si trovi costretta a dover passare per la volontà britannica.
Così, ogni volta che la Francia sembra sul punto di ottenere una cer-
ta importanza, è rigorosamente richiamata all'ordine dagli anglo-americani.
In questo contesto, i governi francesi tentano, con tutti i mezzi, di ottene-
re che il paese cessi di essere trattato come una nazione minore. 01) È in que-
sto quadro che occorre inscrivere il trattato franco-sovietico del dicembre
1944 ed il rifiuto di De Gaulle di recarsi a quella che era una convocazio-
ne non dissimulata del presidente Roosevelt, nel febbraio 1945.
(9) Pierre Gerbet, Le relèvement, op. cit.
(10) Ibidem.
(11) È l'espressione utilizzata da Jean Baptiste Duroselle. Histoire diplomatique de 1919
à nos jours, Paris, Dalloz, 1985, p. 962 .
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