Page 348 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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della 5a Armata americana; il 10 incontra a Milano, il generale Gritten-
berger, comandante del IV Corpo d'Armata americano. Ma 1'11 maggio,
dopo un incidente avvenuto a Cesena, occupata dai Francesi, nel corso
del quale una bandiera americana è stata gettata in mare, Doyen sente
che il comportamento degli Alleati si irrigidisce. È in questo contesto che
egli torna a Verona il 12 maggio per incontrarsi con il generale T ruscott,
comandante la 5a Armata. Questi dichiara a Doyen che respingerà, con-
formamente agli ordini ricevuti, le truppe francesi al di là della frontiera
del 1939.
Gli incidenti in V al d'Aosta e la situazione nella Roya: nel cuore della crisi franco
americana (18 maggio - 21 giugno 1945)
La crisi inizia con i giorni del 18 e 19 maggio, ad Aosta, nel corso
dei quali, a seguito di manifestazioni pro ed anti-francesi, un reparto del-
la la Divisione corazzata americana intervenne per ristabilire la calma.
Gli incidenti hanno avuto luogo allorquando il generale Doyen è in viag-
gio verso Firenze ove egli deve concludere la sua serie di incontri con il
generale Clark, comandante del XV Gruppo d'armate.<3 t) Tenuto conto
della situazione quest'ultimo non può che proporre al generale francese
di far passare le truppe francesi sotto il suo comando, ciò che, ovviamen-
te, non ottiene il benestare del governo.
Meritano una menzione particolare il modo in cui Doyen conduce
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i negoziati ed il contesto che li circonda: <3 ) il capo del D.A.A. è sorpre-
so dall'atteggiamento dei generali americani, ciò che dimostra che egli com-
prende male la situazione nella quale si trova ed il ruolo che gli fanno
giocare. Egli attribuisce questa situazione al desiderio di sostenere il go-
verno Bonomi, ritenendo che il suo affondamento provocherebbe l'avven-
to d'un governo filo-comunista.
Sottolineamo ancora la linea d'azione adottata da Doyen per difen-
dere il suo punto di vista il cui unico argomento è l'onore delle truppe
francesi per giustificare il suo rifiuto di ritirarsi dall'Italia. Per colmo, egli
protesta la propria buona fede assicurando il suo interlocutore che il suo
comportamento non nasconde nessun recondito interesse politico. Nel
(31) SHAT. 10 P 459.
(32) Rendiconto degli incontri Doyen-Truscott e Doyen-Clark ed i processi verbali di
queste interviste, tutti e due datati 22 maggio 1945, SHAT. 10 P 459.
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