Page 96 - L'Italia in Guerra. Il sesto anno 1945 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1945-1995)
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               Roberto Crespi ed il m.llo Omodeo, "ottimi elementi ma alquanto appas-
               sionati ed impulsivi", partecipassero nei giorni successivi "ad una riusci-
               tissima  azione  di  bombardamento  sul  medesimo  obiettivo  che  aveva
               provocato l'incidente", il loro gesto era, come Ajmone-Cat ben compren-
               deva,  dovuto  ''esclusivamente all'eccesso ed alla  deformazione del  ragio-
               namento interiore cui sono purtroppo soggetti molti italiani in questo duro
               periodo". Se il superamento della situazione è confermato dall'abbattimento
               sui cieli istriani dello stesso comandante del  132° Gruppo, magg.  Massi-
               miliano Erasi, il21 febbraio  1945, l'episodio è tuttavia la spia di un disa-
               gio motivazionale legato al contrasto, tuttora non affrontato dalla  nostra
               storiografia  per le  evidenti  implicazioni  politiche,  tra  la  convinzione  di
               operare nell'interesse nazionale e il rimorso per i danni che l'azione cau-
               sava (o  avrebbe potuto causare) a cittadini, territori e proprietà italiane.
               Un tra vaglio non dissimile, del resto, si  riscontra va anche nell'Aeronauti-
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               ca  della Repubblica Sociale Italiana,< l  mentre nessuna attenzione è sinora
               stata dedicata alla percezione della "cobelligeranza" da parte degli italia-
               ni del nord, in particolare nelle zone dove maggiore era la pressione anti-
               nazionale.  Uno  spunto  di  riflessione  si  rinviene  nel  diario  del  fiumano
               Torquato  Dalcich:
                   "Ieri è stato abbattuto da una 'Firling' (recte: Vierling, intendendosi
               la mitragliatrice quadrinata da 20 mm) un aereo sul cielo  di Zabice, po-
               chi km da Rupa di  Elsa ne.  [ ... } Ma la  sorpresa è stata l'equipaggio:  due
               piloti italiani! Uno era completamente carbonizzato, illegibile la piastrina
               al collo. L'altro era il maggiore Massimiliano Erasi. È doloroso ma ormai
               assodato. I nostri aviatori collaborano con le bande di Tito. Ignorano che
               a guerra finita questa disgraziata terra, per la quale sono caduti [nella pri-
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               ma guerra  mondiale}  600 000  italiani,  ci  verrà  strappata"? < l
                   Il rischieramento a Canne fu contrastato dal ten. col. Fanali, coman-
               dante il Raggruppamento Caccia, con considerazioni che merita riportare:
                   "Il progettato trasferimento a Canne conferma purtroppo che l' ope-
               ra  dei  piloti  è stata  misconosciuta.
                   I Reparti giunti stremati al termine di questo ciclo di operazioni non
               potrebbero reggere  ad un trasferimento invernale in una località che ag-


               (25)  G. Alegi,  "La  legione che non fu  mai. L'Aeronautica Nazionale Repubblicana e la
                   crisi dell'estate 1944" , Storia contemporanea- dicembre  1992; Id., "L'Aeronautica Na-
                   zionale  Repubblicana" , ci t.
               (26)  Torquato Dalcich,  23 febbraio  1945, in  "Un diario (1944-1945)", La voce  di  Fiu-
                   me,  a.  XXX n.  l,  30 gennaio  1996,  p.  8.








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