Page 124 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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                       de il male, dopo che le prove han detto che tutti non fanno il loro
                       dovere e non concorrono ad acquetare l’uragano che imperversa
                       sull’uomo. Chissà se io potrò rivedere ancora la mia casa, se potrò
                       ancora ritornare al mio paesello ; ma se morrò almeno sarò morto
                       per la vittoria, concorrendo a salvare l’onore e la terra d’ Italia.
                          Quì, su un isolotto del fiume Piave dove è appostata la mia sezio-
                       ne pistola-mitragliatrice, in un piccolo posto avanzato di osserva-
                       zione, io mi sento vinto da sentimenti dei quali non avrei sospettato
                       la grande forza.
                          Però, quando penso a chi mi aspetta a casa, divento più pruden-
                       te. Non abbiate superflui timori; una disgrazia, si sa, può sempre
                       capitare, ma può essere anche che fra i tanti fortunati ci sia anch’io,
                       e fin’ora ci son sempre stato; conviene quindi sperare sempre in
                       bene, come ho sempre sperato io.
                          Nella ritirata sono rimaste indietro tutte le cassette degli ufficia-
                       li. Io per fortuna ho salvato un po’ di roba che avevo con me in trin-
                       cea, dentro un sacchetto che mi son poi caricato sulle spalle e che
                       ho portato per una cinquantina di chilometri (1 . tappa). Cercate se
                                                                  a
                       potete farmi pervenire qualche cosa, perché siamo sulla riva di un
                       fiume e siamo tutti quanti, ufficiali e soldati, sprovvisti. Una grande
                       concordia è tra noi tutti e tutto ci dividiamo a vicenda.
                          Sto benissimo di salute e non vi dimentico mai.
                          Sta tranquillo sul conto mio, che non credo esservi grande cagio-
                       ne di inquietudine.
                          Affettuosamente tuo figlio.
                          Pietro



                                     Michele De Benedetti, Lettere e scritti di caduti per la patria.
                                              Milano, Fratelli Treves, Editori, 1926, pp. 242 -243.
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