Page 126 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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124 Dalla Battaglia D’arresto alla Vittoria
Queste due condizioni fecero sì che, mentre l’avversario poté mantenere
di continuo sotto il tiro d’artiglieria le dorsali e le vette scoperte costituenti le
nostre posizioni e giungere — non veduto — fino in prossimità di esse, noi ci
trovammo, per contro, percossi sempre e, quasi sempre, assaliti d’improvviso
per le difficoltà del servizio di vigilanza.
Comandi e truppe, abituati fino a quel momento alla guerra di posizione,
si trovarono impreparati alla guerra in campo aperto che loro si presentava,
d’improvviso, nella sua forma più difficile: quella difensiva, in terreno monta-
no, ignoto e non predisposto.
Le truppe non conoscevano il terreno, né si conoscevano fra loro perché
provenienti da regioni montuose aspre e difficili dove non avevano avuto
che i puri contatti di collegamento. Inoltre il ritmo rapidissimo assunto dai
combattimenti, insieme alle naturali difficoltà di comunicazioni proprie della
montagna, fecero sì che le une non conoscessero quasi mai le condizioni, le
dislocazioni, i compiti e le vicende delle altre.
Le artiglierie non poterono, nonostante i loro sforzi, dare l’aiuto necessario.
Le batterie leggere erano poche, nuove alle posizioni, disseminate — per
necessità — su vastissima zona, con osservatori improvvisati, mal collegate
fra loro e mal collegate con gli osservatori e coi comandi e, quasi mai, con le
truppe impegnate in combattimento. Nei primi giorni ebbero scarso munizio-
namento.
In seguito le condizioni migliorarono, ma la deficienza dei collegamenti
rimase pur sempre sentita ed ebbe notevole influenza limitatrice sull’azione
delle batterie.
Infatti, salvo i casi favorevoli non frequenti nei quali le batterie poterono
agire direttamente, l’azione delle artiglierie risultò parziale e tardiva.
Particolarmente sensibile si manifestò tale deficienza nel tiro di sbarramen-
to, durante i periodi di nebbia frequente e di notte, perché le truppe non ebbero
quasi mai i mezzi per chiederlo e le batterie, non potendo vedere, non erano in
grado di entrare in azione al momento opportuno.
Le batterie di medio e di grosso calibro, anch’esse scarse e nuove ai luoghi,
non tutte complete, poco ben provviste di munizioni non si trovarono in con-
dizioni di dare l’appoggio voluto.
La prima difesa del Grappa ebbe inizio in mezzo ad una violenta bufera di
neve scatenatasi la sera dell’11 novembre. La nebbia tenne invasa la montagna
quasi in permanenza creando così un’altra condizione favorevole per l’attac-
cante in quel terreno sprovvisto di ostacoli fortificatori.
Le truppe non ebbero ricovero di sorta; esse rimasero sempre all’addiaccio
sulla neve con l’unico riparo della coperta da campo.