Page 40 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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38 Dalla Battaglia D’arresto alla Vittoria
Poi, quando la gragnuola cambia direzione — forse il nemico ci crede mor-
ti? — strisciando carponi, rientriamo nella trincea. Ma al momento di saltar
dentro, abbiamo ancora qualche ferito; il nemico ha veduto.
Riprendiamo il nostro posto e il nostro duro e inutile compito.
Dal Comando di Reggimento i portaordini recano comunicazioni stupefa-
centi. Noi avvertiamo imminente l’aggiramento, l’impossibilità nostra di rea-
gire e di offendere; e ci si risponde:
«Fermi sul posto! Attendete ordini».
Il mio Comandante Ten. Pompizii è ancora assente. Affido il comando
del settore a un Aspirante e, per l’invisibile camminamento, che gira dietro
il monte, mi porto sul rovescio. Voglio andare a gridare al Comando che noi
ormai agonizziamo, incapaci di offendere e di difenderci; che, per ripiegare
ordinatamente, ancora in tempo; e che salveremmo gli uomini dall’inevitabile
cattura.
Sulla cresta le nostre mitragliatrici battono quelle nemiche, a due passi. La
situazione, vista dal rovescio, appare stazionaria.
Sulla nostra posizione il nemico non può avanzare: ma ai lati?
Davanti a noi i resti della Brigata Napoli resistono in qualche punto, accer-
chiati. Al nostro fianco, il pilastro di destra di Passo Zagradan, M. Podktabuk,
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appare sgombro di amici e di nemici.
D’un tratto, dietro noi, dal fondo valle, folte colonne nostre — son della
Brigata Firenze — appaiono avanzanti a plotoni affiancati, sull’erta ripidissi-
ma, verso la cima del Podklabuk. È la Brigata, che doveva attaccare e ricon-
quistare, con la nostra cooperazione, M. Piatto; ma al bivio di Clabuzzaro ha
sbagliato strada. Ed ora attacca M. Podklabuk, cadendo proprio in bocca al
lupo...
Immediatamente l’artiglieria nemica, che, da un po’ di ore, si sente molto
lontana, entra in azione; con un tiro diretto, proveniente forse dal Plezia, col-
pisce in pieno i plotoni, che dalla nostra trincea vediamo saltare, scomporsi,
ricomporsi subito e ritentare la salita. L’attacco prosegue e i fanti magnifici
della Firenze salgono sempre più in alto, mentre vuoti continui si osservan
nelle loro file e plotoni interi ruzzolano verso valle.
Improvvisamente dalla cresta, dai fianchi del Podklabuk scariche fittissime
di mitragliatrici accompagnano l’opera della artiglieria; e i resti di quel glo-
rioso Battaglione vengono ributtati e scompaiono nel fondo valle. In questo
2 M. Podklabuk costituiva l’estremo limite di destra del 27° Corpo d’Armata (Badoglio) e del-
la 19 Divisione (Villanis). Distrutta questa Divisione nel mattino del 24. M. Podklabuk ri-
a
mase occupato in vetta da alcuni reparti della Brigata Napoli, accerchiati e rastrellati poi
nella notte dai nemici, che salivano da Casoni Solarie.