Page 51 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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1917. La rotta di Caporetto, L’inCreduLità e L’angosCia 49
fisso verso il lampeggiare continuo del cielo a nord di Sagrado e ogni colpo
più vicino è una lacerazione dell’anima! L’inferno di Dante, del Doré? Non è
possibile descrivere! ... Ma che io sia pazza?
27 OttObre 1917
Il Generale Nobile, che viene la sera a trovare sua sorella Manna, le dice:
“preferirei in trincea, che qui in questo Ospedale!”.
Il Generale offre il suo camion per il trasporto delle tre Infermiere rimaste.
Se non fosse venuto, avremmo dovuto camminare a piedi colle truppe. Si
teme l’accerchiamento prima di sera. Tutti i paesi sgombrano nelle retrovie;
Cormons, Cividale sono già sgombrate.
Assistiamo al carico dei feriti sulle autolettighe e li salutiamo uno per uno
commosse. Dove li porteranno? Perché non caricare anche noi con loro?...
“Non voglio abbandonare i miei feriti, signor Direttore!”.
Risposta fredda: “Ordine superiore”.
Don Vesan viene a salutarmi in corte: mi stringe forte la mano; ha gli occhi
pieni di lacrime e a nome di tutti i feriti mi ringrazia. Mi parla in francese e
prima di lasciarmi dice: “Il y a plus de mérite d’avoir travaillé sans recompen-
se” [C’è più merito ad aver lavorato senza ricompensa].
Le parole del buon Cappellano Valdostano sono per me balsamiche, ma
il dolore vero, grande, non ha conforto... e vado ovunque cercando la Stella
d’Italia. “Oh Patria mia, alza la testa e serra il pugno!”.
28 OttObre 1917
Partenza in camion alle 8 del mattino. Caro Sagrado... addio!... ci rivedre-
mo dopo la Vittoria!
Traballamento su strade sassose; attraversiamo paesi che sgombrano; mas-
serizie su carretti trainati anche da donne con bambini piangenti per mano;
molta truppa tristemente in marcia per non si sa dove, senza capo. Non sappia-
mo bene dove potremo sbarcare e se troveremo un treno per il ritorno.
Gli Ospedali sono tutti sgombrati. Possiamo ringraziare il Generale Nobile
che ci ha procurato un mezzo per arrivare ad una stazione qualsiasi. Penso
ai nostri ragazzi e alle scosse che avranno su strade ingombre. Si parlava di
portarli a Udine, ma ... chissà! Dio li protegga! Perché non ci hanno caricate
con loro? Che pena!
Arriviamo stanche e stordite a S. Giorgio di Nogaro. Parisi, Manna ed io
andiamo subito al Villino, base di S.A.R. la Duchessa d’Aosta, che non c’è.
Temiamo anche per Lei, che andava sempre a Gorizia. Alle dodici saliamo,
senza ordine, sulla “tradotta” che trasporta 1500 soldati e Ufficiali sbandati. Vi