Page 87 - Dalla Battaglia d'arresto alla Vittoria - La storia e le emozioni attraverso le testimonianze dei protagonisti
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1917. La rotta di Caporetto, L’inCreduLità e L’angosCia 85
za che basta per tenere una linea difensiva e che talvolta è più meritoria del
coraggio. Noi ci uniamo ai reduci, e mentre due o tre shrapnels, primo saluto
dell’artiglieria austriaca, scoppiano alti sulle nostre teste, il maggiore Paternò
strappa il berretto di Conegliani e mostra ai soldati i bianchi capelli del vec-
chio volontario. Ma un nuovo allarme esige il nostro intervento altrove: è una
compagnia di mitraglieri, compatta, col suo comandante alla testa, con le armi
in ispalla, che sul prato a settentrione della strada sfila tranquillamente verso
Cormons. Li affrontiamo, li fermiamo, l’ufficiale che comanda è chiamato dal
generale.
— Perché se ne va?
— M’hanno detto che c’era ordine di ripiegare... I soldati mi hanno assicu-
rato che non c’era più nessuno... ho visto gli altri che se ne andavano...
Il disgraziato si rende conto della mancanza che ha commesso, in un istante
di smarrimento e di debolezza: egli ha seguito l’esempio incosciente, ha viola-
to la consegna, ha voltato le spalle al nemico.
Vedo il maschio volto del generale contrarsi in uno spasimo di doloroso
furore: egli leva la mano e percuote fortemente la guancia dell’ufficiale, che
indietreggia lagrimando.
— Dovrei farla fucilare, ma le ho fatto peggio! Vada, e cerchi di farsi am-
mazzare.
Un altro ufficiale prende il comando della compagnia, e i mitraglieri ritor-
nano al loro posto, ordinati e tranquilli come ne erano partiti. Dietro ad essi,
solo e nascondendosi il volto, l’ufficiale schiaffeggiato cammina verso il ne-
mico, dove non gli mancherà modo di lavare la macchia dell’onore.
Mi percuote l’orecchio un grido inaspettato e quasi festante: Viva l’Italia!
È il tenente Ricca del Genio, che al primo allarme ha raccozzato i suoi tele-
grafisti e telefonisti, e li guida a prendere la lor parte d’onore e di pericolo in
mezzo alla fanteria. Viva l’Italia! grida con lui il piccolo drappello, e l’augusto
fantasma della Patria aleggia evocato sul tragico orizzonte. Caro Ricca!... ma
i tuoi viva mi ricadono sul cuore come palate di terra sopra un feretro: l’Italia
muore, e noi morremo senza poterla salvare.
* * *
Dal Tagliamento al Piave il ripiegamento non venne funestato dall’atroce
disordine che aveva improntato così duramente la sua prima fase; dal Taglia-
mento al Piave l’esercito poté retrocedere senza sgretolarsi, perché il nemico,
trattenuto da retroguardie che si battevano, non premeva. Ogni giorno noi
apprendevamo i suoi progressi: oggi gli austriaci sono alla Livenza, oggi si