Page 24 - GUIDA AGLI ARCHIVI DELL’UFFICIO STORICO DELL’AERONAUTICA MILITARE
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PREFAZIONE - ELIO LODOLINI
La “Sezione storica” (poi, dal 15 dicembre 1928, Ufficio storico, allora su tre
sezioni, una delle quali “Archivio e Museo”, in quanto all’Archivio fu unito il
Museo) della nostra Forza aerea fu istituita il 25 gennaio 1926, cioè poco dopo la
nascita dell’Aeronautica come Forza armata indipendente, “in conformità con le
direttive” impartite dal capo del Governo, Benito Mussolini (p. 3), ma i documenti
conservati nell’Archivio storico hanno inizio da molti decenni prima.
Come mai? La spiegazione è semplice: l’Archivio chiese ed ottenne la documentazione
– o, meglio, quella superstite dopo perdite e distruzioni di ogni tipo – posta in
essere da altri organismi produttori, per lo più da reparti del Genio, incaricati, nel
Regio esercito, della gestione della componente aeronautica e da reparti analoghi
della Regia marina, smembrandola dai fondi di appartenenza.
Un atto, quindi, indubbiamente “antiarchivistico”, secondo i canoni dell’archivistica,
ma che in questo caso non ci sentiamo di condannare. Si tratta di un atto archivi-
sticamente eretico; ma in qualche caso le eresie hanno una motivazione valida. È
ovvio che l’Arma aerea, la quale ha raggiunto la propria indipendenza nel 1923,
abbia voluto avere presso di sé la documentazione delle glorie, dei sacrifici, dei
progressi compiuti dalla componente aeronautica dalla nascita del primo nucleo di
“aerostieri” nel 1884, in un quarantennio (1884-1923) così ricco di eventi, in pace
e in guerra.
Nel caso specifico c’è poi da aggiungere che talora la conservazione nell’Archivio
storico dell’Aeronautica del materiale ceduto dall’Esercito e dalla Marina, quando
esso in precedenza era conservato non nei rispettivi Archivi storici, ma in depositi
di vario tipo, spesso alla rinfusa, è servita, se non altro, a salvaguardare quel
materiale da ulteriori perdite e dispersioni. Quando la documentazione ceduta dal-
l’Esercito all’Aeronautica era di natura abbastanza diversa dalla massa dei
zionale, Bologna, il Mulino, 2015, su cui mi permetto di rinviare anche ad un mio commento: E.
LODOLINI, Una Corte senza archivio, in «Rassegna degli Archivi di Stato», n.s., X (2014), 1-2-3,
(“finito di stampare nel novembre 2015”), pp. 217-224, a partire dalla scritta, che figurava in età
medievale nel monastero di Santa Barbara d’Auge, “Claustrum sine armarium quasi castrum sine
armamentarium” cioè che un monastero (claustrum) o qualunque altra istituzione, privi di archivio
(armarium) sono simili ad una fortezza senza armi.
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