Page 237 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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Le uniformi, i distintivi, L’equipaggiamento e L’armamento               237

              non militari è di convenienza l’abito nero”.
                 La circolare prescriveva che tutti gli ufficiali in servizio attivo permanente
              “dovranno essere provvisti della giubba da campagna pel 1° luglio 1901, con
              facoltà di metterla in uso anche prima di quell’epoca”. 156
                 Il 6 marzo, fatto l’inventario preciso degli indumenti di lana inviati dalle due
              Sovrane - ne risultarono disponibili solo 2064 paia -, ci si accorse che non se
              ne poteva “distribuire un paio ad ogni militare delle truppe sbarcate” e quindi
              “l’assegnazione fatta con l’Ordine del giorno del 1° marzo” dovette essere
              modificata: il Comando Truppe ebbe così 23 paia assortite, il battaglione di
              Fanteria ne ebbe 699, il battaglione Bersaglieri 697, la batteria d’artiglieria 125,
              l’ospedaletto 27, la sussistenza 34, il genio 44 mentre il Battaglione marinai
              conservò le 415 paia stabilite.
                 Alla fine del mese di marzo del 1901 le condizioni del tempo miglioraro-
              no sensibilmente ed in previsione della primavera imminente ma soprattutto
              dell’estate che si annunciava, come sempre, umida e torrida, il tenente colon-
              nello Salsa diede una serie di disposizioni in materia di uniformi iniziando dal
              giorno quando autorizzò gli ufficiali “a vestirsi nella stagione calda con abiti
              fatti di tessuto caki (sic) e affinchè di tale tessuto possa aversi la migliore qua-
              lità, di rivolgermi per la provvista al Comando delle forze britanniche. Perciò
              il giorno 15 corrente i comandanti di battaglione e di minore reparto autonomo
              mi faranno conoscere il numero complessivo di uniformi (giubbe e pantaloni)
              che sarebbero richieste dagli ufficiali del rispettivo reparto” e prescrivendo
              che “cessato il rigido clima invernale che ha consigliato l’adozione dei so-
              prabaveri di pelliccia ai cappotti, i Sigg.ri comandanti di battaglione, di mi-
              nore reparto autonomo e di distaccamento dispongano perché tali soprabaveri
              vengano sollecitamente tolti. D’ora in poi il colletto del cappotto, provvisto di
              stellette, dovrà portarsi rovesciato nel modo consueto. La mantellina verrà in-
              dossata sopra il cappotto soltanto quando occorra, nelle prime ore del mattino
              e nei servizi di notte.

              156  Il 6 giugno 1901 il Comando truppe comunicava agli ufficiali le tariffe dei prezzi re-
                  lative alla confezione del loro vestiario da parte dei sarti militari: per una tenuta com-
                  pleta di tela occorrevano 5 lire, per una giubba in tela 3 lire, per un paio di pantaloni
                  in tela 2 lire, per una giubba da campagna mod. 1900 10 lire, per la “riduzione di una
                  giubba di panno a quella da campagna” 8 lire, per i “cavalli grandi” ai pantaloni di
                  panno 1 lira e 50 centesimi, per i “cavalli piccoli” ai pantaloni di panno 1 lira e per
                  l’adattamento di una giubba di tela 1 lira e 75 centesimi; venivano poi indicati i prez-
                  zi del materiale da confezionare usando il materiale dell’amministrazione militare che
                  prevedevano 2 lire e 50 centesimi per il rifacimento di mezza suola e dei tacchi alle
                  calzature, 3 lire per la risuolatura completa, 5 lire per la “rimonta completa”, 3 lire e
                  20 centesimi per un paio di gambali, 3 lire e 50 centesimi per un paio di stivalini e 1
                  lira e 50 centesimi per l’“adattamento di un paio di gambali”.
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