Page 238 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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238                                        Il Corpo dI SpedIzIone ItalIano In CIna - 1900-1905


               Quando i predetti comandanti, su conforme parere dei rispettivi ufficiali
            medici, ritengano superfluo l’uso della pelliccia sotto il cappotto, dispongano
            perché venga accuratamente pulita, disinfettata e depositata nel magazzino di
            compagnia. Mi riservo di disporre quanto prima perché sia tolta la soprafascia
            di pelliccia ai berretti a Fetz. I ripetuti comandanti intanto, previa accurata
            rivista a tali coperture di capo, mi facciano conoscere per il 20 corrente mese
            il numero di esse che, pel decoro della divisa, ritengono indispensabili di so-
            stituire.”
               Il 22 marzo le operazioni di modifica ai fetz furono completate ed i reparti ri-
            presero ad indossare quelli “sguarniti dalla lista di pelliccia” mentre per quelli
            rovinati od usurati venne prescritto l’uso esclusivo all’interno degli alloggia-
            menti; in totale furono distribuiti, oltre a quelli con il fiocco per i Bersaglieri,
            583 fetz privi di fiocco dei quali 26 alla sezione del genio, 15 al drappello di
            sanità, 25 alla sussistenza, 33 alla sezione di artiglieria, 476 alla fanteria e 12
            al Comando Truppe.
               Contemporaneamente, essendo giunti dall’Italia i chepì d’ordinanza per la
            fanteria e reparti assimilati, per l’artiglieria ed il genio - ricordiamo che i reparti
            suddetti erano partiti per la Cina con il solo casco coloniale – il Comando ne
            autorizzava il prelevamento dal magazzino vestiario raccomandando ai coman-
            danti dei reparti interessati “di curare la perfetta adattabilità dei chepì al capo”
            e prescrivendo di far indossare sempre il cappello per i bersaglieri ed il chepì
            “nei servizi d’onore e di guardia e durante la libera uscita” lasciando tuttavia
            “in facoltà dei comandanti di battaglione e di minore reparto di determinare a
            quale istruzione si dovranno indossare tali coperture del capo”. 157
               Pochi giorni più tardi il Comando avvertiva che a partire dal 1° aprile i co-
            mandanti di reparto erano autorizzati a far indossare alla truppa i pantaloni di
            tela durante le istruzioni esterne, l’intera tenuta di tela all’interno del quartiere,
            a togliere il cappotto ed indossare la sola giubba di panno durante la libera
            uscita e a consegnare al magazzino vestiario la seconda coperta da campo usata
            durante l’inverno; il 21 seguente il tenente colonnello Salsa comunicava inoltre
            essere suo “intendimento che i militari del Corpo di spedizione siano tutti prov-
            visti di due uniformi di tela in buono stato di guisa che si possa pretendere sem-
            pre il soldato vestito politamente” e contemporaneamente prescriveva di nuovo
            l’uso del casco coloniale – tipo Africa - durante la stagione estiva avvertendo il
            magazzino vestiario ne “distribuirà la serie di quattro numeri ognuno” ovvero
            due serie per ciascuno dei battaglioni di fanteria e bersaglieri ed una serie per
            ciascuno all’artiglieria, al genio, alla sanità ed alla sussistenza tutti provvisti


            157  Il 17 aprile del 1901 il Comando truppe notificava che l’Unione Militare aveva aperto
                a Tientsin un “piccolo deposito degli articoli più necessari per l’equipaggiamento dei
                Signori Ufficiali”.
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