Page 53 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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La struttura organica e La Logistica dei reparti                         53

              di quadrupedi, per cui fu necessario procedere alla necessaria disinfezione du-
              rante la sosta a Singapore. 42
                 Durante la navigazione venne dato l’ordine di addestrare al tiro il personale
              di bassa forza appartenente alle salmerie, alla sanità ed alle sussistenze imbar-
              cato sul “Singapore” e sul “Giava” impiegando otto moschetti mod. 91 sul
              primo e quattro sul secondo con un caricatore ogni due uomini da addestrare,
              munizioni che furono tolte dalla dotazione individuale dei reparti imbarcati. 43
                 Il 29 agosto, dopo un viaggio di 8.800 miglia, i tre piroscafi giunsero nel-
              la rada di Taku gettando l’ancora vicino alle R. Navi “Fieramosca”, “Elba”,
              “Vettor Pisani” e “Calabria” ed iniziando le operazioni di sbarco secondo le
              disposizioni del Comando diramate il giorno 28 che stabilivano quattro scaglio-
              ni così definiti:
              - il 1° scaglione comprendeva il Comando truppe, i Comandi di battaglione, la
                 Batteria d’artiglieria, il Distaccamento del Genio, gli zappatori del Batta-
                 glione di Fanteria e del Battaglione Bersaglieri ed i drappelli dei vari servizi
                 incaricati “delle necessarie predisposizioni a terra”;
              - il 2° scaglione comprendeva tutto il personale, i quadrupedi ed il materiale
                 imbarcati sul “Giava”, il personale della salmeria ed i quadrupedi del “Sin-
                 gapore” e del “Minghetti”;
              - il 3° scaglione comprendeva le truppe ed i materiali imbarcati sul “Singapore”
                 e sul “Minghetti”;
              - il 4° scaglione comprendeva infine l’ospedaletto da campo.
              Le operazioni di sbarco imiziarono tra grandi difficoltà perché le lance a vapore
                 fornite dalla R. Marina non sopperirono alla mancanza di vaporetti, pontoni
                 e rimorchiatori di cui le nostre navi erano sprovviste e ciò soprattutto riguar-
                 do ai quadrupedi che dovettero essere portati a terra a braccia vista la totale


              42  Vennero imbarcate 350 balle di fieno pressate per i muli, 68 colli di materiale da Zap-
                  patori e d’Artiglieria, 50 casse di tende, 600 casse di scatolette di carne conservata,
                  1200 casse di gallette, 50 casse di sigari, 500 sacchi di crusca per i muli, 50 casse di
                  sapone e 892 colli tra medicinali e liquori provveduti dalla Croce Rossa.
                  Vincenzo Florio offrì per la spedizione 3500 bottiglie di marsala, 200 di cognac – a
                  quel tempo il brandy italiano si poteva ancora chiamare “cognac”, 400 bottiglie di
                  vermouth e 1000 scatolette di tonno sott’olio.
              43  Una nota di colore: alla fine di luglio venne scoperto un “clandestino” a bordo del
                  “Giava” , il sergente Virginio Chieri appartenente al 9° Reggimento di Bersaglieri, il
                  quale, in licenza a Napoli, si era travestito da soldato semplice e si era imbarcato per
                  spirito d’avventura. Scoperto il 31 di luglio venne punito con un mese di sospensione
                  dal grado e dal soldo, inquadrato a far data dal 19 luglio come effettivo al Battaglione
                  Bersaglieri rimanendo aggregato al Battaglione di Fanteria per la durata della punizio-
                  ne. Il 18 agosto il Chieri fu inquadrato nel reparto salmeria del Battaglione Bersaglieri
                  e poi il 22 trasferito definitivamente alla 1^ compagnia dello stesso reparto.
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