Page 54 - Il Corpo di spedizione italiano in Cina 1900-1905 - Organizzazione, uniformi e distintivi
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54                                        Il Corpo dI SpedIzIone ItalIano In CIna - 1900-1905


               mancanza di gru.
               Fu pertanto necessario rivolgersi ai tedeschi, agli inglesi ed ai russi che di-
            sponevano di un gran numero di mezzi adatti allo sbarco ed avevano requisito
            tutte le giunche disponibili per assicurarsi i rifornimenti via acqua tra Taku e
            Tientsin ed occupato tutte le aree ed i fabbricati atti per lo stivaggio dei materia-
            li a Tong-ku, località da cui partiva il collegamento ferroviario per Pechino.
               La situazione venne impietosamente descritta da Luigi Barzini in un suo
            articolo apparso sul “Corriere della Sera” del 7 ed 8 marzo 1901: “la nostra
            mancanza di previsione cominciò a mostrarsi allo sbarco stesso delle truppe.
            Non si era pensato che non si approda a taku, che sono necessari dei vaporetti
            o dei rimorchiatori per portare gli uomini e il materiale fino all’imboccatu-
            ra del Pei-ho. Tutti ne avevano; vaporetti con le bandiere giapponesi, inglesi,
            tedesche, francesi, facevano un andirivieni tra le squadre e gli embankments
            di Tong-ku. Noi dovemmo servirci di quelle pittoresche, ma sfasciate carcasse
            che sono le giunche, col risultato che diverse imbarcazioni cariche di roba
            sono colate a fondo per il mare agitato. Abbiamo così perduto gran parte del
            materiale medico e non so quanta altra roba, per sopra a trecentomila lire.
            Altre giunche sono affondate poi nel Pei-ho per, mi dicono, errori di manovra,
            e il danno avuto supera di parecchio il valore di non uno, ma di quattro ottimi
            rimorchiatori.
               Dopo di ciò, a sbarco finito.....male, abbiamo - indovinate! – abbiamo com-
            perato il rimorchiatore che ci voleva!  44
               Poi, per prendere parte con gli altri a delle operazioni militari, abbiamo
            dovuto sempre domandare il soccorso degli altri per i trasporti. Senza gl’in-
            glesi che ci dettero le giunche loro per scendere il Pei-ho, non avremmo potuto
            muoverci da Tientsin per andare a quelle cacce di Boxers, nelle quali mancò
            soltanto la.......cacciagione. E senza le giunche inglesi non saremmo neppure
            arrivati a Tientsin.”
               Per questi motivi non fu possibile seguire le operazioni di sbarco progettate
            dal Comando e quindi fu deciso di mandare a terra materiali ed uomini a piccoli
            scaglioni per poi trasferirli a Tientsin tramite ferrovia.
               A Tientsin però si ripresentarono le difficoltà incontrate all’atto dello sbarco
            perché l’Italia non possedeva un presidio in città e quindi non era stato possibile
            requisire alcuna struttura che fosse adatta ad accogliere truppe e materiali e così
            le avanguardie del Corpo di spedizione che giunsero a Tientsin il 3 settembre
            furono costrette ad occupare in successione una parte di un lanificio in disuso
            sito nella concessione inglese, una caserma dell’esercito cinese, dei locali adi-
            biti a deposito vestiario ed affittati nella concessione francese ed infine, quando

            44   Si trattava del “Nhansu” offerto al colonnello Garioni da un mercante americano ed
                acquistato dall’ammiraglio Candiani il 19 settembre per la somma di 100.000 lire.
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