Page 22 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
P. 22

impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 20








                   20                    IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI




                      Il fuoco concentrato dalle artiglierie delle navi nemiche bordeggianti a
                   brevissima distanza spazzava il ponte del Rio Pardo dove già molti erano i ca-
                   duti e la nave stessa appariva trivellata da colpi sui fianchi e coll’alberatura
                   molto danneggiata. Ma dal  Rio Pardo  si rispondeva molto bravamente, e,
                   quando le distanze si serrarono, anche a colpi di carabina. Anita, carabina al-
                   la mano, dava l’esempio della più eroica resistenza; soccorreva i feriti, incuo-
                   rava i combattenti. Esortata da Garibaldi a ripararsi nel sottoponte, ubbidi-
                   sce per qualche istante, ma poi ritorna sul ponte, cacciandosi innanzi a scia-
                   bolate alcuni pusillanimi dell’equipaggio trovati nascosti nella stiva.
                      Frattanto il cannone, sapientemente disposto da Garibaldi sul promonto-
                   rio adiacente, maneggiato con molta abilità, dava col suo fuoco di rovescio un
                   prezioso aiuto ai repubblicani. Più volte il nemico tentò di venire all’arrem-
                   baggio del Rio Pardo, ma fu sempre respinto. Finalmente dopo molto ore
                   d’accanita lotta le navi imperiali, sembra per l’avvenuta morte del loro co-
                   mandante, lasciarono la presa e, malconce anche esse, si ritirarono.
                      I repubblicani, riparate alla meglio le loro navi, rimbarcato il cannone, nel
                   cuor della notte, favoriti dal vento, salparono, e, sfuggendo per miracolo alla
                   ancor vicina sorveglianza nemica, riuscirono a ritornare a Laguna, dove furo-
                   no accolti con meraviglia e con entusiasmo, per la durissima prova così bril-
                   lantemente superata.


                      A questo punto però le cose dei Riograndesi cominciarono a volgere a ma-
                   le. Il nemico avanzava con grandi forze per terra, deciso a domare la rivolta.
                   D’altra parte, anche gli insorti di Santa Catarina, trattati troppo duramente
                   dai generali riograndesi, cominciavano a reagire riaccostandosi al Brasile, al
                   punto che furono necessarie alcune spedizioni punitive per evitare simili di-
                   serzioni. Nella difficile contingenza, la nobile anima di Garibaldi si manife-
                   sta ancora una volta, sia deplorando gli eccessi dei suoi commilitoni repub-
                   blicani, sia impedendo energicamente e con ogni suo mezzo che la guerra de-
                   generasse in atti di crudeltà e in saccheggi, per i quali egli manifestò sempre
                   la più invincibile e profonda ripugnanza.
                      La persistente avanzata delle ingenti forze nemiche, e i vani tentativi del
                   prode generale riograndese Texeira per arrestarla, misero ben presto in critica
                   situazione la base di Laguna, centro di irradiazione e di rifornimento dell’e-
                   sercito repubblicano, al punto da far prevedere come imminente la dolorosa
                   necessità dello sgombero. Sgombero che avvenne infatti sul finire del 1839 e
   17   18   19   20   21   22   23   24   25   26   27