Page 23 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                                          LE CAMPAGNE D’AMERICA 1836 - 1848                21




                      che offrì occasione a Garibaldi di dare un’altra luminosa prova del suo valore.
                         Laguna stava per essere accerchiata dal nemico da terra e da mare. Gari-
                      baldi, che aveva la responsabilità della difesa da mare, e nello stesso tempo
                      l’arduo compito di traghettare sotto il fuoco nemico le forze riograndesi at-
                      traverso la laguna, non disponeva che dei suoi tre piccoli legni e di una bat-
                      teria, mal servita dai cannonieri, presso lo sbocco a mare della laguna, sul
                      quale puntavano, a scopo di forzamento, ben più numerosi e potenti legni da
                      guerra imperiali. Garibaldi, nel momento critico accorso al suo posto di co-
                      mando sul Rio Pardo, trovò che la sua incomparabile Anita vi aveva già orga-
                      nizzata e animata la difesa.
                         Il combattimento fu breve ma sanguinosissimo. Tutti gli ufficiali del basti-
                      mento vi perirono; miracolosamente salvi Garibaldi e Anita. A un certo pun-
                      to, rimasto sul ponte con larve di combattenti, l’Eroe manda Anita a terra a
                      chiedere rinforzi, proibendole però di ritornare a bordo. I1 generale Canabar-
                      ro non avendo rinforzi da dare, rispose che bisognava ritirare a terra gli scam-
                      pati e dare fuoco alle navi. Anita con eroico coraggio volle essa stessa riporta-
                      re la risposta a Garibaldi. L’incendio delle navi sotto il fuoco distruttore del
                      nemico che aveva ormai forzato l’ingresso della laguna, fu quanto di più tra-
                      gico si possa immaginare. I comandanti delle altre due navi garibaldine era-
                      no stati uccisi. Cadeva la notte quando Garibaldi con i laceri avanzi della ter-
                      ribile pugna prendeva terra e si accodava finalmente alla Divisione riogrande-
                      se che già muoveva in ritirata, lungo la costa, in direzione di Torres, al confi-
                      ne tra la provincia di Santa Catarina e la Repubblica di Rio Grande.
                         Dopo prove così memorabili di audacia, di sapienza tattica e di sublime
                      valore militare, la fama di Garibaldi, come capo di flottiglie armate in guer-
                      ra, si levò ben alta sul vasto teatro d’azione di quella guerra sanguinosa. L’o-
                      scuro marinaio nizzardo si era rivelato in queste aspre vicende intorno a La-
                      guna un superbo condottiero navale, superando situazioni che a chiunque al-
                      tro sarebbero sembrate disperate. Le sue qualità militari conservano l’impron-
                      ta originaria propria del guerrigliero di razza: audacia fino alla temerarietà;
                      colpo d’occhio felino e sicuro intuito del tempo e delle spazio per agire di sor-
                      presa; costanza eroica nel durare, una volta impegnato, fino alla vittoria o fi-
                      no al momento giusto per sfuggire alla stretta del nemico. Tuttavia sul guer-
                      rigliero comincia a delinearsi l’uomo di guerra già maturo, nel previdente ed
                      acuto calcolo delle probabilità e nella giusta misura dello sforzo necessario ad
                      ottenere lo scopo desiderato. Quella certa simpatica aureola di romanticismo
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