Page 233 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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DALLO STRETTO AL VOLTURNO 231
la cui imminenza Garibaldi stesso, pur senza farlo troppo vedere, si preoccu-
pava seriamente.
Ma alcuni di tali fatti d’arme prendono in modo particolare la nostra at-
tenzione, perchè veri e propri insuccessi dei volontari, i soli durante quella
campagna. Parve che la lontananza del condottiero, in quei giorni a Palermo
per i noti torbidi politici, facesse, per un istante, volgere altrove la fortuna,
sempre così devota all’Eroe, e che i suoi luogotenenti, pur valorosi ed esper-
ti, non fossero all’altezza del compito loro, circostanza che spesso fu consta-
tata nella storia dell’arte militare, quando il capitano fu uomo di eccezione:
basti por mente agli errori dei generali napoleonici, non appena uscivano dal
raggio di azione del Grande e della sua personale influenza.
Secondo gli ordini dati, il 14 di settembre i volontari compirono i movi-
menti necessari per portarsi intorno a Caserta, di fronte alla linea del Voltur-
no, e il pomeriggio di quello stesso giorno li trovò dislocati a S. Maria, Ca-
serta e S. Leucio.
Erano a S. Maria, con gli avamposti a circa un chilometro dall’abitato, la
Brigata Eber, il battaglione dei cacciatori siculi, i bersaglieri di Tanara e la le-
gione ungherese: circa 2000 uomini al comando del Sirtori. Il grosso, col ge-
nerale Türr, aveva la brigata La Masa e gli ussari ungheresi a S. Maria, la Bri-
gata Milano e il reggimento La Porta attorno a Caserta, le Brigate Sacchi e
Puppi nei presi di S. Leucio.
Quanto accadde nei giorni successivi all’arrivo dei volontari nella regione
di Caserta non ci rivela come precisamente il generale Stefano Türr che, in
assenza di Garibaldi, teneva il comando di tutte le truppe, intendesse esegui-
re gli ordini ricevuti. Neppure la polemica, che molti anni dopo si accese fra
lo stesso Türr e il Missori, a proposito dei dolorosi rovesci subiti in quei gior-
ni, riuscì a chiarire la questione. Probabilmente il generale fraintese le dispo-
sizioni ricevute ed oltrepassò il pensiero di Garibaldi, se pure non credette di
agire saviamente per creare una condizione di fatto atta a migliorare la situa-
zione dei suoi, in previsione della battaglia che, per molte voci, pareva doves-
se impegnarsi il giorno 19: impadronirsi delle due sponde del Volturno, met-
tendo piede nel forte luogo di Caiazzo.
Secondo il primitivo disegno, il generale Türr intendeva tener ferma la si-
nistra (la Brigata Spangaro era stata mandata a S. Tammaro) mentre la destra
doveva passare il fiume e gettarsi su Caiazzo; e a questa impresa era destinata
la Divisione Medici che, al suo giungere, si sarebbe dovuta schierare di fron-

