Page 238 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   glianza dei passaggi sul Volturno e per il rafforzamento del terreno «con ope-
                   re volanti di fortificazione o almeno barricate». Infine, condottiero di animi,
                   più che di uomini, lapidariamente rammentava ai volontari, ai valorosi di Ca-
                   latafimi e di Varese, che «chi tira da lontano e di notte è un codardo» ed esal-
                   tava, «le fatali baionette dei Cacciatori delle Alpi».
                      Si videro così i volontari, questi guerrieri fatti per gli impeti brevi e per i
                   rapidi combattimenti di audacia, fino alla vigilia della battaglia affaccendarsi,
                   come veterani di un esercito regolare, attorno ai più svariati lavori in terra:
                   trincee, appostamenti e batterie. Intanto il grosso dell’armata, dislocato fra
                   Caserta e Maddaloni, si copriva di avamposti sulla linea Carditello-Castel-
                   morrone-Valle, e, oltre questo sistema di sicurezza vicina, distaccava elemen-
                   ti avanzati fra il Casino Reale, S. Maria e S. Angelo, al comando del genera-
                   le Milbitz, protetti allo loro volta dai corpi di osservazione sul Volturno, agli
                   ordini del generale Medici.
                      Prima del combattimento, preveduto e atteso da Garibaldi, le sue quattro
                   Divisioni - 15 Türr, 16 Cosenz (comandata dal Milbitz, essendo il Cosenz
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                   ministro della guerra), 17 Medici e 18 Bixio, variamente costituite da ele-
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                   menti di diversa efficienza (un totale di 22.000 uomini con 24 pezzi e 1746
                   ufficiali) - erano raggruppate in quattro grossi nuclei colla dislocazione e i
                   compiti seguenti:
                      - un’ala destra, comandata da Bixio, guardava le comunicazioni da Cam-
                   pobasso verso Maddaloni e teneva monte Caro, villa Gualtieri, il ponte della
                   Valle e Castelmorrone;
                      - un centro, per la guardia al Volturno, formato dalla Brigata Sacchi, a
                   Gradillo e a S. Leucio;
                      - un’ala sinistra, contro le provenienze da Capua, divisa in due settori: di
                   S. Angelo e di S. Maria. Il primo era affidato al Medici, il secondo al Milbitz,
                   che teneva anche S. Tammaro;
                      - una riserva generale, agli ordini del Tiirr, era a Caserta, meno una briga-
                   ta dislocata ad A versa.
                      A Caserta era pure stabilito il quartier generale.
                      Attendeva Garibaldi il nemico, chè la situazione del momento e soprattut-
                   to la scarsità delle forze disponibili non gli consentivano di conservare l’ini-
                   ziativa delle operazioni e di tentare alcunchè contro il numeroso esercito av-
                   versario appoggiato alla fortezza di Capua. Per contro, i borbonici, consegui-
                   to il primo obiettivo - l’arresto dei volontari al Volturno - volevano procede-
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