Page 240 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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238 IL GENERALE GIUSEPPE GARIBALDI
Nelle brume dell’alba del 1° ottobre, secondo gli ordini e il prestabilito di-
segno, i borbonici, usciti da Capua e formate le colonne di attacco, mossero
verso S. Angelo e S. Maria, rapidamente gettandosi sugli avamposti garibal-
dini. La battaglia non si accese lentamente come allora accadeva, con parzia-
li prese di contatto, con piccole zuffe di pattugliatori, ma si scatenò, come va-
sta bufera, dal Tifata a S. Maria. E il numero dei nemici e il violentissimo fuo-
co fecero ben comprendere che i regi non facevano le solite avvisaglie, ma vo-
levano venire a giornata campale.
Davanti a S. Angelo, più prossimo a Capua, si pronunziò il primo urto.
La 1 Brigata della Divisione Afan de Rivera, marciando compatta all’at-
a
tacco, venne a dar di cozzo contro i deboli elementi di protezione del Medi-
ci e li respinse sulle gran guardie, ma gli assalitori non si erano ancora avve-
duti del facile successo, che la reazione dei volontari li colse in pieno con un
deciso contrattacco, li arrestò, li respinse, li costrinse a cercar sostegno nella
2a brigata che seguiva a rincalzo. Allora la superiorità del numero ebbe ragio-
ne per un istante dell’audacia e i borbonici poterono riprendere l’avanzata
giungendo fino alle prime case del paese.
Ma qui stava il Medici, prode e avveduto, con circa 4500 uomini. Con-
scio dell’importanza della posizione affidatagli e bene intuendo il proposito
dei regi di conquistare S. Angelo per prendere alle spalle i difensori di S. Ma-
ria, con tutta la Brigata Spangaro e coi pochi pezzi di cui disponeva, dispera-
tamente si oppose alla furia dei borbonici e, col consueto indomito valore,
qui col fuoco, là rabbiosamente contrattaccando a ferro freddo, resistendo sul
posto o gettandosi alla riconquista del perduto, convinse presto il nemico che
non avrebbe ceduto di un passo.
Ma non solo il bravo Medici si era accorto del pericolo e lo fronteggiava
con energia. Lo stesso Garibaldi, che in quell’ora si trovava a S. Maria - dove
pure stava iniziandosi l’azione - ascoltando il sempre più alto fragore che ve-
niva dalle falde del Tifata, subito si preoccupò della possibilità che il nemico
riuscisse a incunearsi fra il Medici e il Milbitz, rompendo lo schieramento in
due tronconi e tosto provvide da par suo: ordinò che la Brigata Assanti della
riserva muovesse immediatamente su Caserta, per rafforzare il punto di giun-
zione tra i due settori dell’ala sinistra, ammonì il generale Milbitz «uno dei
suoi vecchi commilitoni di Roma» della necessità di tener fermo a S. Maria e
al Medici portò il soccorso più efficace, perchè più desiderato, quello della
sua presenza.

