Page 239 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 237








                                             DALLO STRETTO AL VOLTURNO                    237




                      re alla riscossa e questa sollecitavano da tempo il Re e parecchi generali.
                         I regi erano in gran parte concentrati a Capua e dislocati sulla riva destra
                      del Volturno tra Triflisco e Caiazzo, e rilevanti erano le loro forze. Poiché, se
                      si tien conto della brigata von Mechel (tre battaglioni di stranieri e tre batte-
                      rie), delle truppe dei generali Ruiz e Perrone, nonché dei reparti scaglionati
                      lungo il fiume, appartenenti alla 3a Divisione, alla sera del 30 settembre i
                      borbonici ammontavano a circa 40.000 uomini con 42 cannoni.
                         Anche allora, quando i servizi di esplorazione e di informazione funziona-
                      vano in modo assai primitivo, l’imminenza della battaglia era avvertita, per
                      molti inafferrabili segni, da comandanti e da gregari, specie se gli eserciti av-
                      versari erano a contatto o a non grande distanza, cosicché le avvisaglie che si
                      verificarono nei giorni 26 e 29 non fecero che confermare quanto ormai si
                      prevedeva. Il 30, poi, i borbonici, dimostrando su S. Maria, tentarono addi-
                      rittura di passare il Volturno in corrispondenza di Triflisco. Ma la puntata sul-
                      la sinistra non ingannò i volontari e il tentativo fu prontamente rintuzzato,
                      ciò che non impedì ai Napoletani di gloriarsi di quell’azione come di un ve-
                      ro successo, esaltando, in mancanza di meglio, la precisione delle loro artiglie-
                      rie. Anche i garibaldini menarono vanto del fatto d’arme, certo con più ra-
                      gione, poiché avevano impedito al nemico di raggiungere l’obiettivo che si era
                      prefisso.
                         Così si venne alla battaglia del 1 ° ottobre.
                         II disegno del maresciallo Ritucci era semplice: battere il nemico sulla ri-
                      va sinistra del Volturno e proseguire su Napoli; attaccare frontalmente le po-
                      sizioni avversarie tra S. Tammaro e S. Angelo, aggirandole, contemporanea-
                      mente, da nord, per Dugenta, in direzione dei ponti della Valle.
                         Perciò ordinò alla 1ª Divisione di puntare da Capua su S. Angelo, alla 2a
                      Divisione di muovere su S. Maria, mentre raccoglieva la cavalleria nei pressi
                      di Capua sulla strada di S. Tammaro. Dell’azione sul fianco ebbe incarico il
                      von Mechel che, coll’appoggio delle brigate Ruiz e Perrone, doveva impadro-
                      nirsi delle alture fra Maddaloni e Caserta per giungere alle spalle dei difenso-
                      ri di S. Maria.
                         Ma il comandante borbonico, costretto dalle molte pressioni ad agire, du-
                      bitava del successo prima ancora di venire alle mani, dicendo di impegnare
                      battaglia soltanto per obbedire al sovrano e con molte riserve circa i risultati,
                      nella previsione che il von Mechel, ostinato e riottoso, non si attenesse agli
                      ordini superiori.
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