Page 298 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   gionamenti, la soverchia mole di quel corpo raccogliticcio, le stesse formazio-
                   ni dei reparti, manifestatesi troppo pesanti, richiedevano cure d’ordine e di-
                   sposizioni che si imponevano ora, non essendovisi pensato in tempo. Non so-
                   lo, ma le puntate offensive, che il Kuhn faceva intanto in Valtellina ed in Val-
                   camonica, consigliavano alla prudenza; esse, invero, nessun effetto ebbero sul
                   complesso delle operazioni, né poteva averlo specialmente quella in Valtelli-
                   na, in direzione cioè troppo eccentrica; tuttavia, le truppe colà dislocate col
                   mandato di difendere l’alta Valtellina, legandosi in Valcamonica alla sinistra
                   dei volontari, troppo avevano arretrato, perchè Garibaldi non dovesse preoc-
                   cuparsi del suo fianco scoperto.
                      Periodo critico di breve durata questo, poiché gli ordini di Garibaldi giun-
                   sero anche ora in tempo a correggere la situazione; così che egli già l’8 luglio
                   riprendeva l’avanzata. Voleva assicurarsi sulla destra rendendosi padrone del-
                   la val di Ledro, per poter poi proseguire su Tione in vai Giudicaria, e da qui
                   su Trento. Nella realtà si ripeterono inconvenienti vari, che lo obbligarono ad
                   una nuova sosta, soprattutto perchè sentiva la necessità di diminuire la pro-
                   fondità del grosso delle sue forze, cioè di riunirle, e perché, ancora una volta,
                   la colonna centrale, di fondo valle, aveva sopravanzato le ali.
                      E così la difettosa organizzazione dei volontari e la insufficienza professio-
                   nale dei comandanti in sottordine, che non erano più quelli di Calatafimi e
                   del Volturno, influì per la seconda volta sulle operazioni nel Trentino. Quel-
                   lo sarebbe stato difatti il momento di agire decisamente su Trento, il momen-
                   to nel quale il compito di Garibaldi avrebbe assunto grandissima importanza.
                      Infatti, proprio il 7 luglio il generale Cialdini aveva iniziato il passaggio del
                   Po, ed il 17 luglio il quadrilatero austriaco si poteva dire tagliato fuori dalle
                   dirette comunicazioni con Vienna e collegato ad essa solo per il Tirolo.
                      Solo il 21 luglio, dopo aver respinto una tentata offensiva del Kuhn (Ci-
                   mego e Condino, 16 luglio) ed opportunamente assicurandosi ai fianchi, Ga-
                   ribaldi poteva muoversi: modificava però il suo primitivo concetto; non più
                   procedere per le Giudicarie, ma per la val di Ledro. Adattava, cioè, egli pron-
                   tamente la volontà alla necessità del momento: di concorrere più rapidamen-
                   te all’azione che il Cialdini tentava su Trento inviando la divisione del gene-
                   rale Medici a risalire la Valsugana.
                      L’armistizio del 15 luglio, seguito il 9 agosto dall’ordine di ritirarsi al di
                   qua del confine, troncava la campagna, quando essa - ove «considerazioni po-
                   litiche» non fossero intervenute - stava per raggiungere gloriosamente la sua
                   mèta.
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