Page 345 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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impag. Libro garib CISM  19-02-2008  13:12  Pagina 327








                                          LA CAMPAGNA DI FRANCIA 1870 - 1871              327




                      tre le donne davano alla Patria sino all’ultimo gioiello. Un villaggio della
                      Francia ha più risorse che non ne avesse allora Montevideo; possiamo dubi-
                      tare della vittoria nella difesa della Nazione?».


                         In queste dense, ma chiare direttive, motivo predominante è il morale.
                      Come tutti i grandi capitani, Garibaldi ad esso fa ricorso per dare al proprio
                      strumento di azione quella forza spirituale che sola può conferire solidità ed
                      efficienza operativa. Brevi, ma incisive norme tracciate con mano maestra e
                      da uomo profondo conoscitore dell’animo umano e della natura della guer-
                      ra, danno ai capi ed ai gregari la visione completa dei loro doveri di fronte al
                      nemico. Egli non minaccia rigori punitivi; nell’esaltazione delle fondamenta-
                      li virtù civili e militari ricerca la fiamma animatrice al sacrificio, all’obbedien-
                      za, alla disciplina, alla convergenza degli sforzi per il conseguimento dell’o-
                      biettivo comune e nella formula eminentemente spirituale «uno per tutti, tut-
                      ti per uno» pone la base incrollabile dell’azione collettiva.
                         Guerriero sperimentato, Garibaldi conosce il punto debole dell’organizza-
                      zione bellica delle proprie forze in relazione a quella del nemico: la facilità di
                      subire il panico e segnala ai suoi militi le cause generatrici del patema d’ani-
                      mo che il panico determina, indicando loro il rimedio per neutralizzarle; pri-
                      ma fra tutte: l’azione demoralizzante della cavalleria sulla fanteria poco soli-
                      da, quale poteva essere quella che avrebbe avuto ai suoi ordini, costituita di
                      elementi eterogenei, scarsamente addestrati, malamente armati, debolmente
                      inquadrati. Con espressione lapidaria egli ammonisce i fanti che «la paura del
                      fante rende soltanto pericolosa la cavalleria».
                         Come nel campo morale, così in quello tecnico, egli fissa principi e pro-
                      cedimenti semplici, a tutti comprensibili: agire a massa, sparpagliarsi per di-
                      minuire gli effetti del fuoco, serrarsi per rendere efficace l’urto. Egli ben sa
                      quanto difficile sia la manovra di masse rilevanti da parte di capi non speri-
                      mentati e quali egli poteva disporre; indica quale idoneo procedimento, per
                      bene operare contro truppe del valore e della solidità dei Prussiani, la guerra
                      dei partigiani. Per condurla, Garibaldi, detta norme e procedimenti raziona-
                      li ed idonei ad ottenere il massimo risultato, norme e procedimenti che, an-
                      che oggi, costituiscono un modello del genere e che rivelano in Garibaldi il
                      capo completo, trascinatore ed animatore di uomini, insuperabile maestro di
                      quella assai difficile arte di condurre in guerra il delicato e particolare organi-
                      smo bellico improvvisato, per il quale la forza dell’offesa non consiste nella
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