Page 350 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   quell’unità di comando che è condizione primaria di ogni buon successo in
                   guerra.
                      Gli avvenimenti del 27 e del 28 davano pienamente ragione a Garibaldi
                   nel ritenere esiziale l’inazione dei comandanti francesi. Anche la richiesta di
                   concorso fatta al comandante della piazza di Auxonne era rimasta insoddisfat-
                   ta. Quel generale rispondeva che non aveva truppe per una sortita, mentre
                   Garibaldi era stato informato dalla Delegazione di Tours che era giunto ad
                   Auxonne un corpo di truppe regolari forte di 3500 uomini con alcuni pezzi
                   agli ordini del colonnello Fauconnet destinato ad agire sull’Ognon.


                      L’occupazione di Digione da parte del Werder. - II generale Werder, intanto,
                   raccolte le sue truppe a nord di Besançon osservava questa piazza; il distacca-
                   mento avanzato da Pesmes il 23 era spinto su Dôle ed aveva preso contatto
                   con gli avamposti del Menotti. Il Werder ritenendo l’attacco di Besançon di
                   esito incerto decise di marciare verso ovest, passare la Saône a Gray ed a nord
                   e di puntare quindi su Digione. Il 26, le avanguardie passate sulla destra di
                   quel fiume urtano negli elementi più avanzati delle truppe mobili di Digio-
                   ne, dei corpi del Lavalle e del colonnello Fauconnet e li respingono verso sud;
                   occupavano Essertenne e sorprendono una colonna di mobili a Talmay, cat-
                   turandola. L’impressione prodotta da tali avvenimenti sul generale improvvi-
                   sato Lavalle fu tale che questi ordinò senz’altro, dopo aver distrutto i ponti di
                   Pontailler e di Lamarche, la ritirata su Auxonne, ritirata che si compì in pie-
                   no disordine.
                      L’avanzata dei Prussiani su Digione continuò il 28 ed il 30, Garibaldi, in-
                   formato della situazione, pensa per un momento di accorrere alla difesa di
                   Digione, ma è costretto a rinunciarvi per l’avvenuta rottura dei ponti sulla
                   Saône, non possedendo equipaggio da ponte ed essendo la Saône in piena.
                   Tuttavia il generale, richiesti ed ottenuti dei treni, vi imbarcò elementi dispo-
                   nibili a Dôle e partì per Digione.
                      I Digionesi, però, indignati per la ritirata inopportuna del Lavalle ed inten-
                   dendo opporre resistenza al nemico, obbligarono il Fauconnet a riportare avan-
                   ti le sue truppe, le quali opposero una prima viva resistenza a nord della città
                   ai 12.000 badesi del Werder che si avanzavano. Il Fauconnet, però, trovò mor-
                   te gloriosa in quei combattimenti e la sua scomparsa determinò l’abbandono
                   da parte dei Digionesi di ogni idea di ulteriore resistenza. Il 31 Digione aprì le
                   porte ai Badesi, che l’occuparono e la tennero per circa 2 mesi.
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