Page 352 - Il Generale Giuseppe GARIBALDI
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                   viati da Garibaldi oltre Saône servivano egregiamente alla bisogna e l’azione
                   di essi, eminentemente agile ed aggressiva, arrestò l’attività del nemico e lo
                   trattenne da ogni tentativo di avanzata lungo la valle della Saône.
                      La capitolazione di Metz, però, mutava radicalmente la situazione. Le due
                   Armate prussiane impegnate in quell’assedio erano ora disponibili e tutto fa-
                   ceva prevedere da una parte l’inizio di vigorose operazioni nell’ovest e, dall’al-
                   tra, un mutamento sostanziale nella condotta delle operazioni nell’est; certa-
                   mente anche in questo teatro i Prussiani avrebbero preso l’offensiva.
                      E così, infatti, avvenne. Il Werder si trovava ora in condizione, pur osser-
                   vando Besançon, di agire offensivamente su Lione per la valle della Saône -
                   operazione che avrebbe isolato la piazza di Besançon dal centro della Francia
                   - e di avere la possibilità di battere le nuove formazioni francesi dislocate nel-
                   la regione. Il Werder che aveva, appunto, tale intendimento, iniziava una se-
                   rie di ricognizioni contro dette truppe per precisarne la forza a la dislocazio-
                   ne. I distaccamenti spinti il 5 novembre da Digione e da Gray verso sud in-
                   contrarono le truppe garibaldine a Saint-Jean-de-Losne ed a Genlis. Esse non
                   esitarono ad attaccare arditamente i Badesi costringendoli a retrocedere ed a
                   prendere importanti misure protettive temendo un’offensiva in forze. Tali av-
                   venimenti e le notizie che segnalavano più ad ovest verso Beaune e Chagny
                   altre truppe francesi, decisero il Werder ad eseguire una vigorosa puntata su
                   Dôle. Il grosso del XIV Corpo, per conseguenza, si spostava da Vesoul verso
                   Pesmes e Digione; ma non trovava il contatto con l’Armata dei Vosgi; appren-
                   deva anzi, con sorpresa, che tra Dôle e Besançon non vi erano più truppe e
                   che Dôle era sgombra.
                      La Delegazione di Tours, effettivamente, aveva deciso, di fronte alla pre-
                   senza di 30.000 prussiani sulla Saône e di 50.000 in Alsazia, di abbandonare
                   ogni idea di offensiva a nord dell’Ognon. Il Michel, che comandava ora a Be-
                   sangon, riteneva persino necessario l’abbandono della piazza e l’arretramento
                   a sud del Doubs delle sue truppe, arretramento che avrebbe consentito di as-
                   sicurare le comunicazioni con Lione e di manovrare sul fianco del nemico,
                   nel caso che esso, procedendo per la valle della Saône o per il Morvan, pun-
                   tasse su quella città. Il Gambetta approvò tale proposta ed ordinò in conse-
                   guenza a Garibaldi di abbandonare Dôle per Autun; avvertendolo che una di-
                   visione di 10.000 uomini con 18 pezzi agli ordini del generale Bonnet si sa-
                   rebbe costituita a Chagny, punto che la Delegazione giustamente considera-
                   va di estrema importanza e che avrebbe dovuto essere difeso dalle truppe di
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