Page 139 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 139
L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito 139
altre autorità locali. Inoltre, dovevano procedere al fermo dei «delinquenti, vaga-
bondi, o malintenzionati, dei quali essi avessero li connotati, o contro i quali fosse
emanata sentenza di condanna, o ordine d’arresto» e all’arresto dei «malviventi
di qualunque siasi specie ancorché semplicemente sospetti, trovati in fragranti,
contro i quali la voce pubblica ecciterà il loro ministero». Di ogni avvenimen-
to interessante l’ordine pubblico le brigate dei Carabinieri dovevano informa-
re, tramite specifici rapporti, i loro diretti superiori, il colonnello comandante in
capo del Corpo e l’ispettore generale del Buon governo. Nello schema emergeva,
chiaramente, l’intendimento di separare il Corpo dei carabinieri reali dall’Ufficio
d’ispezione del Buon governo, istituzione avente la soprintendenza della polizia,
84
con qualche ingerenza anche nel campo giudiziario e amministrativo .
In seguito, però, prevale, sebbene per un breve spazio di tempo, il disegno di
tenere accentrato l’ufficio del Buon governo nelle attribuzioni del Corpo, come
sancito dalle regie patenti emanate il 13 luglio 1814 da Vittorio Emanuele I, co-
stitutive sia della Direzione generale di Buon governo, «incaricata di vegliare alla
conservazione della pubblica, e privata sicurezza, e andare all’incontro di que’ di-
sordini, che potrebbero intorbidarla», sia del Corpo dei carabinieri reali, «Corpo
di militari (…) colle speciali prerogative, attribuzioni, ed incumbenze analoghe al
fine che Ci siamo proposti per sempre più contribuire alla maggiore felicità dello
Stato, che non può andare disgiunta dalla protezione, e difesa de’ buoni, e fedeli
Sudditi Nostri, e dalla punizione de’ rei». Le competenze di polizia, affidate a
vari organi nel periodo dell’Antico regime (in particolare, ai governatori militari),
venivano attribuite alla Direzione generale di Buon governo, ufficio civile inqua-
drato nella Segreteria per gli affari interni del Regno di Sardegna, e al Corpo dei
carabinieri reali, incaricato dell’esecuzione delle misure di polizia e riconosciuto
come primo corpo dell’Arma sarda, sebbene in posizione secondaria rispetto alle
85
Guardie del corpo del re . Così, veniva meno l’idea di dare al nuovo ufficio di
polizia un funzionamento autonomo e completamente separato dalla parte esecu-
trice del servizio di pubblica sicurezza e prevaleva il disegno di mantenere unite
le due istituzioni.
Sempre in luglio, una prima disposizione sovrana – che demandava il com-
84 Gli studi preliminari, ordinati dal Governo sardo, per organizzare il Corpo ebbero il loro
fondamento su quanto era stato fatto, all’inizio del 1801, per costituire la Gendarmeria na-
zionale della Repubblica cisalpina come testimoniato da alcuni documenti del tempo, og-
gi conservati in arChivio di stato di torino, Archivio di Corte, Materie militari, Materie
militari per categorie, Ordini e regolamenti, pacco 16.
85
Le origini delle Guardie del corpo risalivano alle cinquecentesche compagnie di arcieri,
d’alabardieri e d’archibugi, presenti presso la Corte del duca Emanuele Filiberto e aventi
come compito quello della guardia personale del duca e della famiglia ducale.