Page 142 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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               Volendo consolidare ancora di più il Corpo dei carabinieri reali e volendo dare
            alcune norme speciali per il mantenimento dell’ordine e per la prevenzione dei
            delitti, il re emanava, nel settembre del 1814, un viglietto dove veniva espressa
            la consapevolezza della necessità del «continuo studio dell’opinione pubblica»,
            prescritta «un’attivissima vigilanza in genere», confermato che il presidente capo
            del Buon governo doveva corrispondere, «direttamente ed unicamente», con il
            sovrano e doveva, settimanalmente, fare una relazione al capo della Segreteria
            di Stato per gli affari interni in merito a ogni avvenimento accaduto nelle città e
            nelle province. La parte conclusiva della disposizione era dedicata al Corpo per
            il quale si confermava la totale dipendenza dal suo comandante supremo che era
            anche, ricordiamo, presidente capo del Buon governo, per tutto quello che con-
            cerneva la disciplina, l’impiego e la distribuzione della forza, mentre in materia
            di composizione, avanzamento e cessazione del personale, la competenza spetta-
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            va alla Segreteria di guerra .
               Il 2 marzo 1815, al fine di dare attuazione definitiva alle determinazioni adot-
            tate nel luglio-settembre 1814 e al fine di modificare l’Ispezione generale del
            Buon governo, venivano pubblicate le regie patenti Portanti variazioni dello sta-
            bilimento dell’Ispezione generale del Buon governo, in data delli 18 gennaio
            1815. Con tali disposizioni veniva stabilito l’affidamento del Buon governo al
            Corpo dei carabinieri reali; l’aumento del numero degli ufficiali del Corpo e la
            creazione, ex novo, dei maggiori; l’obbligo per tutte le autorità giudiziarie, mili-
            tari e amministrative di corrispondere, in materia di pubblica sicurezza, con gli
            ufficiali del Corpo, investiti, dunque, di cariche attinenti all’Ispezione del Buon
            governo; l’esonero, per i Carabinieri, dal servizio di presidio .
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               Così, il Corpo si delineava quale istituzione avente sia funzioni dispositive che
            esecutive: circostanza che, in realtà, non favoriva la costituzione di un’organizza-
            zione logica, confondendo insieme due grandi attribuzioni che, per la loro stessa
            indole e pur tendendo a un unico fine, dovevano vivere e agire separatamente.
            Situazione che fece sorgere una serie di difficoltà per il Corpo dei carabinieri reali
            a causa dei difficili rapporti con le varie autorità, in particolare con quelle militari,
            preposte al governo delle province e delle piazze. Ad esempio, i governatori e i




            91   Segreteria che agiva, però, sulla base di relazioni inviate dal comandante supremo del
               Corpo.
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                Nel 1815 venivano emanati ulteriori provvedimenti attinenti al Corpo dei carabinieri reali.
               Si ricorda, ad esempio, l’istituzione del Consiglio d’amministrazione del Corpo dei cara-
               binieri reali competente in materia di amministrazione, impiego dei fondi in denaro e del-
               le masse delle compagnie, gestione del casermaggio e dei foraggi, preparazione degli stati
               nominativi di paga e delle indennità per il personale, tenuta dei conti individuali dei singoli
               militari di truppa; e, ancora, la regolamentazione sulla disciplina e sul servizio interno.
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