Page 361 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 361
La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito 361
Risultato positivo fu la concessione, da parte del ministro della Guerra, di altri
locali per poter meglio tenere e ordinare le carte, e l’ampliamento dell’organico
che passò, inizialmente, da tre a cinque ufficiali, fino a raggiungere la cifra di sei
ufficiali presenti in sede e di tre ufficiali distaccati, comandati presso le sedi degli
Archivi di Stato di Milano, Napoli e Torino, al fine di effettuare ricerche sui
24
documenti di produzione e d’interesse militare .
Sempre nel 1902 il Gabinetto del primo aiutante di campo generale del re
chiedeva al dicastero della Guerra un parere su un progetto concernente la crea-
zione, a Roma, di un «grande archivio storico-militare», deputato alla conserva-
zione di tutte le fonti militari prodotte dal Ministero e dall’Esercito nonché di
quelle custodite dagli Archivi di Stato, dagli archivi comunali e dai privati. Nel
giro di pochi mesi l’idea si arenava e non veniva mai più ripresa, probabilmente
anche per le puntuali osservazioni dell’allora capo dell’Ufficio storico, il ten. col.
Enrico Barone, contenute in una nota inviata, per il tramite del Comando del
Corpo di Stato maggiore, al ministro della Guerra. Pur dicendosi favorevole al
proponimento, l’ufficiale evidenziava una serie di criticità che, tra le altre cose,
avevano già dissuaso, nel 1874, la Sezione storica del Corpo a portare avanti un
analogo proposito. Innanzitutto, la «sistematica opposizione di tutti gli Archivi
di Stato ad una misura tendente a privarli di una parte dei loro documenti», con-
trarietà che sarebbe stata sostenuta, quasi certamente, dalle province, comuni,
do oggetto della nostra analisi, uno dei rari strumenti di conoscenza, in Italia, degli archivi
storici militari, nazionali e stranieri, come avremo modo di evidenziare nelle pp. 428-430
di questo volume. Per le notizie degli «archivi di guerra» degli altri stati acquisite dall’Uf-
ficio storico cfr. in AUSSME le seguenti fonti archivistiche: a r, b. 8, fasc. 82 e b. 9, fasc.
96, s.fascc. 1-8; Archivio dell’Ufficio storico, b. «MS e circolari delle memorie», fasc. «a)
Consultazione documenti Ufficio storico; b) Direttive; c) Norme e circolari; d) Studi stori-
ci; e) Biblioteca militare centrale; f) Archivi»; L 3. Studi particolari, b. 294 (già 298), fasc.
1. Il nostro Ufficio storico sviluppò anche dei rapporti di collaborazione con alcuni uffici
storici militari stranieri. Si pensi, ad esempio, allo scambio di riproduzioni fotografiche,
relative alla Prima guerra mondiale e allo sforzo bellico italiano in Africa orientale, avve-
nuto nel 1936-1939 con l’Ufficio storico austriaco. Cfr. AUSSME, a r, b. 8, fasc. 83.
24
A Milano, per studiare i documenti del periodo napoleonico in Italia, si avvicendavano
il cap. Aristide Arzano e il cap. Luigi Giglio; a Napoli, dove erano presenti molte carte
dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie e di quello garibaldino, veniva distaccato il cap.
Guido De Mayo; a Torino, per esaminare le carte confluite nella IV sezione dell’Archivio
di Stato, venivano comandati dapprima il cap. Nicola Brancaccio e poi il cap. Vittorio Gia-
notti. Il risultato del lungo e meticoloso lavoro di scavo archivistico furono una serie di
opere, dedicate all’Esercito piemontese nel 1560-1859, alla guerra di Crimea, all’Esercito
toscano nel 1537-1860; e, ancora, alcuni articoli, scritti da ufficiali dell’Ufficio storico, in-
seriti nella «Rivista militare» e nelle «Memorie storiche militari», periodico, quest’ultimo,
edito dall’Ufficio negli anni 1909-1914.

