Page 366 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Intanto, a livello ordinativo, con il r.d. 21 apr. 1921, n. 655, che ridefiniva le
attribuzioni e l’articolazione dello Stato maggiore del Regio esercito, l’Ufficio
storico veniva sempre inquadrato nel Reparto operazioni congiuntamente alla
Segreteria e agli uffici Operazioni, Addestramento e Informazioni, e strutturato
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su cinque sezioni, tra cui quella denominata Archivi e biblioteche .
Il nuovo capo Ufficio, il col. Adriano Alberti, incaricava tutte le sezioni dello
studio dei documenti relativi alla Guerra 1915-1918 per la preparazione di studi
storico-militari e, soprattutto, per la stesura della relazione ufficiale sulle opera-
zioni dell’Esercito italiano. Questo comportò l’incentivazione della «riorganizza-
zione» degli archivi, già cominciata dal col. Cesare Cesari subito dopo l’armisti-
zio di Villa Giusti, con una cura particolare per le carte dei comandi e delle unità
dell’Esercito, degli uffici del Comando supremo e di quelle provenienti dall’Ar-
chivio di guerra di Vienna, da Berlino e da Budapest.
Nel giugno del 1925 il capo del Reparto operazioni, su proposta del col. Nico-
lò Giacchi, nuovo capo dell’Ufficio storico, approvava una serie di modifiche
nella suddivisione del lavoro tra le cinque sezioni dell’Ufficio. Alla 1 Sezione
a
veniva dato l’incarico di occuparsi della Grande guerra dall’inizio delle ostilità
a
fino a Caporetto e alla 2 Sezione da Caporetto a Vittorio Veneto, compresi gli
episodi bellici avvenuti in Albania, Francia, Macedonia, Palestina e Russia; alla
3 Sezione le guerre d’Indipendenza, dell’Unità d’Italia, le campagne coloniali e
a
a
a
la storia dei corpi. Le sezioni 4 e 5 dovevano continuare a occuparsi delle mate-
rie di loro competenza, vale a dire, rispettivamente, della propaganda culturale
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militare e coloniale e dell’archivio e biblioteche .
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Nell’ordinamento dello Stato maggiore dell’Esercito del luglio dello stesso
anno, stabilito con il regio decreto n. 1394, l’Ufficio storico rimaneva articolato
in cinque sezioni e incardinato nel 3° Reparto, insieme agli uffici Segreteria e
Colonie. Gli venivano assegnate, in sostanza, le stesse competenze stabilite in
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Circolare Segretariato generale, Divisone personale del Ministero [della guerra], Ammini-
strazione centrale ed impiegati civili. R. decreto n. 655, col quale gli uffici dipendenti dal
capo di Stato maggiore del R. esercito, passano a far parte del Ministero della guerra, 21
apr. 1921, n. 310, in «Giornale militare ufficiale», (1921), 22ª, pp. 367-369, in part. p. 369.
35 Giacchi esprimeva anche la volontà di attuare una «propaganda» basata su «relazioni
spirituali di studio con gli enti storici civili».
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Promemoria Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico, Funziona-
mento dell’Ufficio storico, 24 giu. 1925, n. 1860 di prot., a firma del capo Ufficio storico
col. Nicolò Giacchi, indirizzata al capo Reparto operazioni, in AUSSME, a r, b. 7, fasc.
57. Per l’autorizzazione alla riorganizzazione delle attività dell’Ufficio storico cfr. comu-
nicazione di servizio Ministero della guerra, Stato maggiore generale, Ufficio segreteria,
Organizzazione dell’Ufficio storico, 25 giu. 1925, n. 81, d’ordine il gen. capo del Reparto
operazioni, in ibidem.

