Page 373 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito  373


                  Il 4 maggio iniziava lo spostamento di parte dello Stato maggiore e il 12 mag-
               gio il Comando Quartier generale dello Stato maggiore impartiva puntuali dispo-
               sizioni per l’Ufficio storico, al quale veniva richiesta la comunicazione, almeno
               due giorni prima dell’inizio del movimento, dell’elenco dei materiali da traspor-
               tare e della data ed ora di partenza per ogni gruppo dei materiali.
                  Il 16 maggio, con l’ordine di servizio n. 7, l’Ufficio storico stabiliva le Norme
               particolari per il trasferimento e la sistemazione delle sue articolazioni, persona-
               le e materiali: ogni sezione doveva curare il caricamento delle «cartelle», tratte-
               nute presso gli ufficiali per il lavoro corrente, facendole sistemare nelle casse; gli
               oggetti di arredamento (tavoli, armadi, scaffali, sedie, ecc.) e le casse dovevano
               riportare il riferimento alla sezione .
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                  Il 23 maggio l’Ufficio storico già funzionava presso la sede di campagna. Nei
               primi tempi la sua attività fu quasi nulla, tanto che più volte fu sul punto di esse-
               re  trasformato  in  sezione  della  Segreteria  dello  Stato  maggiore.  Il  suo  lavoro
               riguardava, infatti, solo la compilazione del diario storico dello Stato maggiore,
               sulla scorta dei documenti che ogni ufficio dell’organo di vertice era tenuto ad
               inviargli e sulla base di appunti che saltuariamente faceva pervenire l’ufficiale
               addetto al capo di Stato maggiore. In questo periodo continuava, però, a eserci-
               tare un «controllo» sulle carte prodotte dagli enti della Forza armata, emanando
               una serie di istruzioni ai comandi delle unità per la redazione del diario storico.
               Con  l’arrivo  dell’archivio,  costituito  da  12.000  unità  di  conservazione  e  da
               12.000 volumi di documenti rilegati, oltre a evadere le richieste del Ministero
               delle finanze e di altri enti, riguardanti il dislocamento dei reparti nella Prima
               guerra mondiale, decise di riprendere la stesura della relazione sintetica sulla
               Seconda guerra mondiale e della Relazione sui volontari italiani nella Guerra
               civile spagnola .
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                  All’atto dell’armistizio l’Ufficio storico si ritrovò privo di ordini e istruzioni,
               isolato e senza la possibilità di ricevere soccorsi, in una città, Orvieto, presto
               occupata dai tedeschi. Sul personale dell’Ufficio cadde tutta la responsabilità di
               conservare intatta una parte importante della memoria del Paese. Dall’8 settem-
               bre al 6 novembre 1943, in base agli ordini del capo Ufficio, il gen. Biondi-




                  pi ufficio dello Stato maggiore del R. esercito e, p.c., all’Ufficio del capo di Stato maggiore
                  e agli uffici dei sottocapi di Stato maggiore per le operazioni, per la Difesa del territorio e
                  dell’intendente [generale], in AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 302/2 (già 306/2), fasc. 12.
               54   Per di più si precisava che, per il trasporto del carteggio dell’archivio, sarebbero state
                  esposte, al col. Crescenzi, disposizioni speciali.
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                  Il cui primo volume veniva terminato nel gennaio del 1945. Sempre in tale periodo l’Uf-
                  ficio concludeva la relazione sulla battaglia delle Alpi occidentali e decideva di iniziare la
                  stesura della relazione sulle campagne di Grecia e della Iugoslavia.
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