Page 477 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
P. 477
La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito 477
strative, i registri delle note di osservazione, i quaderni di cassa e i bollettari delle
quietanze dovevano essere versati dopo 6 mesi dal termine dell’anno cui si rife-
rivano; gli altri registri e documenti amministrativi-contabili andavano tenuti
secondo quanto disposto dalle istruzioni amministrative per le truppe in campa-
gna; i ruoli alfabetici degli uomini e i ruoli matricolari dei quadrupedi dovevano
essere versati un anno dopo l’ultima variazione; i documenti di carattere segreto
potevano essere distrutti secondo i bisogni dettati dalla situazione contingente.
Infine, tutti gli «elementi indicativi» dei documenti versati ai centri di mobilita-
zione (registri protocollo, rubriche, elenchi, ecc.) dovevano essere conservati
245
dagli enti produttori .
2. La preservazione di alcune tipologie documentarie: le memorie storiche e
i diari storico-militari
Tra le fonti oggetto di costante cura, relativamente alla loro preservazione, ci
furono le memorie storiche e i diari storici, come dimostrato dalla loro copiosa
presenza nell’archivio dell’Ufficio storico dell’Esercito.
Come precedentemente indicato, l’origine delle memorie storiche risale alla
circolare del ministro della Guerra n. 45 del 31 dicembre 1862 che emanava
l’Istruzione sulla tenuta delle matricole degli uffiziali dell’Esercito e degli impie-
gati dell’Amministrazione militare, e modificava la circolare del 1° dicembre
246
1831, istitutiva del servizio matricola dei corpi di Fanteria dell’Armata sarda .
245 Il provvedimento aveva, esplicitamente, un carattere temporaneo: infatti, veniva diffuso in
quanto era emerso che le pubblicazioni ufficiali di carattere permanente sulla conservazione
e sull’eliminazione del carteggio, allora vigenti, presentavano delle mancanze per le carte
degli enti mobilitati. Cfr. circolare Ministero della guerra, Gabinetto, Classificazione ed
eliminazione atti del carteggio degli enti mobilitati, 15 giu. 1943, n. 209430.2.8.5, a firma
del sottosegretario di Stato gen. Antonio Sorice, indirizzata ai comandi Gruppo armate
sud e Gruppo armate est, al Comando superiore FFAA isole italiane dell’Egeo, ai comandi
FFAA della Sicilia e FFAA della Sardegna, ai comandi delle armate e dei corpi d’armata
e, p.c., al Comando supremo, allo Stato maggiore del R. esercito, all’Ispettorato FFAA
delle terre d’Oltremare, ai comandi generali dell’Arma dei CCRR, della R. guardia di
finanza e della MVSN, ai comandi difesa territoriali, alle direzioni, ispettorati e uffici
autonomi del Ministero, in AUSCGAC, Documentoteca, fasc. 665.14. Elementi sulla
politica conservativa dell’Esercito affiorano anche dai pareri espressi nel 1943 da alcuni
uffici dello Stato maggiore dell’Esercito, tra cui l’Ufficio storico, in materia di scarto e
tenuta degli atti degli enti mobilitati e, in minima parte, delle carte degli enti territoriali.
Cfr. AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 301 (già 305), fasc. 3, s.fasc. «Circolari relative
alla raccolta e conservazione del carteggio di valore storico, 1915-1935».
246
L’istruzione del 1862 stabiliva che le memorie storiche dovevano essere inserite, come
«parte storica», all’inizio del primo volume della matricola e dovevano riportare, in forma
concisa, le notizie sulle vicende del corpo tra cui i quadri organici di formazione, i fatti