Page 489 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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La tuteLa, La conservazione e La fruizione degLi archivi deL regio esercito  489


               li destinati alla sistemazione e al riordinamento dei vari archivi», con un succes-
               sivo telegramma del mese di luglio, si rimarcava la necessità di effettuare, prima
               dell’invio  dei  documenti  alle  competenti  sedi  territoriali,  lo  scarto  degli  atti
               d’ufficio ritenuti privi di «qualsiasi importanza», senza però dare alcuna indica-
               zione sui criteri valutativi e senza prevedere, per le scelte adottate, un esame
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               preventivo e un’autorizzazione da parte dell’Ufficio storico .
                  L’impegno dell’organo di vertice nel recuperare i carteggi di guerra si concre-
               tizzò,  negli  anni  del  primo  dopoguerra,  anche  con  una  serie  di  circolari  e  di
               comunicazioni. Ancora una volta ricordiamo quella dell’ottobre 1919, n. 601,
               con la quale il gen. Diaz, nuovo capo dello Stato maggiore dell’Esercito, prescri-
               veva,  a  tutti  i  comandi  delle  grandi  unità  territoriali,  di  disporre  l’esame  e  il
               riordinamento  dei  carteggi  provenienti  dai  comandi  mobilitati;  carteggi  che
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               dovevano essere descritti in elenchi sommari  da trasmettere, entro la fine del
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               mese, al Comando del Corpo di Stato maggiore . In seguito alla notizia che
               alcuni  comandi  conservavano  i  carteggi  di  guerra  in  locali  poco  adatti,  come
               baracche e cantine, si decideva di intervenire con la circolare n. 712 del 1920,
               contenente i requisiti per una corretta custodia fisica delle carte, in attesa del loro
               versamento all’Ufficio storico:

                  I documenti relativi alla nostra guerra costituiscono un materiale prezioso che
                  occorre conservare con ogni cura, e possibilmente nei locali di comandi territoria-
                  li  relegando,  se  del  caso,  negli  ambienti  meno  adatti  l’ordinario  carteggio  dei
                  comandi stessi . Assicurata così la conservazione, i comandi potranno poi pro-
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                  cedere, gradatamente, all’ordinamento del proprio archivio di guerra, avvertendo


               271   Copia  telegramma  in  partenza  a  mano  Comando  supremo,  Ufficio  ordinamento  e
                  mobilitazione, 12 lug. 1919, n. 94110 di prot. RS, 12 luglio 1919, a firma del gen. Pietro
                  Badoglio, in ibidem.
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                   I dati da riportare riguardavano l’ente produttore, gli estremi cronologici e l’oggetto delle
                  carte.
               273   Circolare  Comando  del  Corpo  di  Stato  maggiore,  Reparto  operazioni,  Ufficio  storico,
                  Conservazione  dei  documenti  della  guerra  e  trasmissione  dei  relativi  elenchi,  3  ott.
                  1919, n. 601, in AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 301 (già 305), fasc. 3, s.fasc. «Copie
                  eccedenza di circolari varie».
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                   La dimostrazione che le carte di natura «amministrativa» non fossero considerate fonti
                  paritarie  a  quelle  «operative»  e,  dunque,  da  sottoporre  alle  stesse  misure  di  tutela  e
                  conservazione,  emerge  anche  da  alcuni  scarti  «differiti»  effettuati  dall’Ufficio  storico.
                  Ad esempio, nel 1942-1943, l’Ufficio, procedeva, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal
                  dicastero della Guerra, all’estrapolazione, dagli archivi delle unità italiane che avevano
                  partecipato nel triennio 1937-1939 alla guerra civile spagnola, di un copioso nucleo di
                  carte concernenti le richieste di notizie inviate dai familiari dei legionari della Spagna e le
                  conseguenti risposte. Cfr. AUSSME, a r, b. 5, fasc. 38, s.fasc. 6.
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