Page 492 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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alla Croce rossa italiana o la lecita distruzione di carte ritenute rilevanti solo a
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partire da un determinato momento storico ; avevano permesso la frammenta-
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zione in più sedi di nuclei appartenenti allo stesso ente produttore ; e, ancora,
in numerosi casi avevano lasciato agli enti produttori e, soprattutto, a quelli con-
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segnatari, il lavoro di valutazione e selezione dei documenti .
Ulteriori elementi di giudizio sull’incisività delle misure adottate affiorano
anche dall’esame dei rapporti tra l’Ufficio storico e i musei dell’Esercito custodi,
come visto, non solo di «ricordi» e «cimeli», ma anche di consistenti e importan-
ti nuclei documentari riflettenti l’attività operativa dei comandi e delle unità.
Un segno del regime «concorrenziale» è l’attività di raccolta dell’Istituto
storico e di cultura dell’Arma del genio. Si pensi, ad esempio, all’importanza e
al valore della Raccolta iconografica, con documenti dal sec. XVI al 1938, la cui
origine risale a una decisione presa dallo stesso Ministero della guerra, all’indo-
mani dell’abolizione delle direzioni del Genio, di far confluire tutto il loro mate-
riale grafico presso il Museo storico del Genio militare e non presso l’Ufficio
storico; sulla base di tale aggregato veniva creato l’Archivio dei disegni di forti-
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ficazioni che, nel tempo, si ampliò grazie all’opera del gen. Borgatti .
E, ancora, per le carte del 1915-1918, oggi conservate nel fondo denominato
«Serie nera», fin dall’inizio del conflitto il Comando generale del Genio aveva
prescritto, a tutti i dipendenti enti mobilitati, di riunire e conservare il materiale,
282 Ricordiamo, a titolo esemplificativo, il macero del carteggio relativo al Campo prigionieri
di guerra di Padula (Salerno) e di quelli, ordinari e riservati, delle brigate Modena e Saler-
no, avvenuto «a norma delle disposizioni vigenti», in AUSSME, a r, b. 9, fasc. 97, s.fascc.
2 e 12.
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Come nel caso dell’archivio di guerra della 24ª Divisione di Fanteria mobilitata, versato a
tre enti diversi, in AUSSME, a r, b. 9, fasc. 97, s.fasc. 2.
284 Come esempio si rimanda ai criteri seguiti, nel febbraio 1921, dal Comando del Corpo
d’armata di Firenze per lo «spoglio» del carteggio delle zone e stampati telegrafici delle
compagnie telegrafiche mobilitate, in ibidem. Inoltre, sull’attività di recupero delle carte
della Prima guerra mondiale svolta dall’Ufficio storico cfr. anche AUSSME, a r, b. 1,
fasc. 15, s.fascc. 1-5 e 8; b. 8, fasc. 78, s.fascc. 2-3, fasc. 87, s.fascc. 1-5; b. 9, fasc. 97,
s.fascc. 1-2 e 9.
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l.a. MaGGiorotti, L’Archivio di fortificazione…cit., pp. 389-399; id., Dal Museo del
Genio all’Istituto di architettura militare, in «Atti dell’Istituto di architettura militare»,
(1930), 1, pp. 150-151; i. di resta, Cartografia ed architettura militare a Capua dalla
prima età borbonica alla Restaurazione, in «Memorie storiche militari», s. II, (1980), pp.
451-467; a. fara-C. zannella, La città dei militari. Roma Capitale nell’Archivio dell’I-
SCAG, a cura di e. Guidoni-i. PrinCiPe, Roma, Edizioni Kappa, 1984 (Roma, storia, imma-
gini, progetti, Collana diretta da e. Guidoni, Archivio, 1); i. PrinCiPe, La città dei militari:
l’archivio disegni dell’Istituto storico e di cultura dell’Arma del genio, in «Storia urbana»,
X (1986), 37, pp. 141-152.