Page 490 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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               che, per ora, nulla dovrà essere distrutto .
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            La circolare n. 319 del 1921, oltre alle indicazioni sulla conservazione dei car-
            teggi di guerra e sul loro ordinamento, insisteva sull’elaborazione, da parte dei
            comandi custodi degli archivi, di elenchi analitici relativi alla documentazione
            custodita e sul loro invio all’Ufficio storico: ciò avrebbe consentito a quest’ulti-
            mo una conoscenza generale, sebbene limitata alle carte di guerra, del patrimonio
            documentario  e,  dunque,  la  possibilità  di  esercitare  una  «sorveglianza»  sugli
            archivi .
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               Nel 1925 il Ministero della guerra divulgava la circolare n. 3040 con la quale
            si invitavano i comandi di corpo d’armata a verificare, in forma riservata, se
            presso gli enti e gli ufficiali dipendenti si trovassero ancora carteggi di carattere
            ufficiale o di carattere storico non ancora segnalati all’Ufficio storico, come san-
            cito  dalla  circolare  n.  319  del  1921.  In  caso  di  esistenza  di  tali  documenti,  i
            comandi dovevano rammentare, agli enti conservatori, le prescrizioni contenute
            nella Raccolta delle disposizioni in vigore per il R. esercito del 1905  che vie-
                                                                          277
            tavano l’estrazione di documenti dagli archivi e la loro visione a persone estra-
            nee, «salvo per motivi di servizio o previa la superiore autorizzazione». Inoltre,
            sempre  richiamando  la  circolare  n.  319,  si  rimarcava  che  gli  atti  di  carattere
            ufficiale e di carattere storico dovevano essere conservati e che l’unico ente uffi-




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                Circolare  Stato  maggiore  del  R.  esercito,  Reparto  operazioni,  Ufficio  storico,  Con-
               servazione ed ordinamento degli archivi di guerra, 8 apr. 1920, n. 712, in AUSSME, L 3.
               Studi particolari, b. 301 (già 305), fasc. 3, s.fasc. «Copie eccedenza di circolari varie». In
               realtà, le criticità delle condizioni ambientali cui erano sottoposti i carteggi riguardavano
               lo  stesso  Ufficio  storico.  Qualche  mese  dopo  l’emanazione  della  circolare  n.  712  una
               delegazione della Commissione parlamentare d’inchiesta per le spese di guerra, in visita
               alla  batteria  Nomentana  per  effettuare  ricerche  negli  archivi  delle  disciolte  Intendenza
               generale e intendenze d’armata, denunciava la frammentarietà, il disordine e il cattivo stato
               di conservazione dei documenti ivi collocati: alcuni archivi delle intendenze d’armata non
               erano ancora stati versati all’Ufficio, quelli presenti spesso non erano integri e le carte
               erano, in gran parte, «in uno stato deplorevole, tutte sudice, in parte lacerate, e senza alcuna
               distinzione fra i vari servizi» cui si riferivano. Cfr. relazione, a firma del referendario
               della Corte dei conti E.[doardo] Vicario, 24 feb. 1921, indirizzata al segretario generale
               della Commissione, in arChivio storiCo della CaMera dei dePutati, Archivio del Regno,
               Commissione parlamentare d’inchiesta sulle spese di guerra (1920-1923), b. 45, fasc. 317.
            276   Circolare Divisione Stato maggiore, Disposizioni varie. Riordinamento e conservazione
               del carteggio di guerra, 2 giu. 1921, n. 319, a firma del ministro della Guerra Giulio
               Rodinò, in «Giornale militare ufficiale», (1921), dispensa 22ª, p. 374, un esemplare anche
               in AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 301 (già 305), fasc. 3, s.fasc. «Copie eccedenza di
               circolari varie».
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                Segnatamente nel fasc. 8, Corrispondenza ufficiale e servizio postale e telegrafico.
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