Page 515 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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Non avendo a disposizione studi di ampio respiro sui sistemi archivistici fun-
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zionanti, negli stessi anni, presso le altre amministrazioni statali , gli unici
modelli per un confronto sono stati quelli disegnati dal r.d. 23 ott. 1853, n. 1611,
con il quale si attuava la legge cavouriana sul riordinamento dell’amministrazio-
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ne centrale del Regno di Sardegna , e dal r.d. 25 gen. 1900, n. 35, con il quale si
emanava il primo regolamento sugli archivi correnti e di deposito delle ammini-
strazioni centrali dello Stato italiano. Lo spirito che aveva animato, almeno nelle
intenzioni, queste due norme , si ritrova nelle direttive militari che miravano a
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n. 31, in ibidem. Spesso lo Stato maggiore effettuò delle indagini al fine di verificare in che
modo le sue articolazioni applicavano le disposizioni sugli archivi. Cfr., ad esempio, Co-
mando del Corpo di Stato maggiore del R. esercito, Riparto operazioni, Ufficio segreteria,
Relazione circa il modo di conservare il carteggio degli uffici, 30 set. 1895, n. 362 di prot.
ordinario, a firma del capo dell’Ufficio segreteria del Riparto, successivamente trasmessa
dal comandante in 2ª ten. gen. Tancredi Saletta al capo di Stato maggiore dell’Esercito, in
AUSSME, G 24. Corpo di SM. Corrispondenza, b. 49, fasc. «Disposizioni riflettenti il car-
teggio».
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Di spessore, ma parziali, gli studi di l. MonteveCChi, Il Ministero degli interni: gli archivi
e le informazioni e di G. tosatti, Il Ministero degli interni. Le origini del casellario po-
litico centrale, in Le riforme crispine, I, Amministrazione statale, Milano, Giuffrè, 1990
(Archivio ISAP, n.s., 6), rispettivamente pp. 415-446 e 447-485; G. tosatti, L’anagrafe
dei sovversivi italiani: origini e storia del casellario politico centrale, in «Le Carte e la
Storia», III (1997), 2, pp. 133-150; id., Il lavoro di Monsù Travet: l’organizzazione degli
uffici pubblici tra Ottocento e Novecento, in Le fatiche di Monsù Travet. Per una storia del
lavoro pubblico in Italia, a cura di a. varni-G. Melis, Torino, Rosenberg & Sellier, 1997,
pp. 45-59; s. alonGi, «Fascicolo in A8». Genesi e forme del casellario politico della Que-
stura (1872-1982) conservato all’Archivio di Stato di Bologna, in Spigolature d’archivio.
Contributi di archivistica e di storia del progetto «Una città per gli archivi», a cura di a.
antonelli, Bologna, Bononia University Press, 2011, pp. 45-69; f. Pizzaroni, Gli archi-
vi degli organi centrali dello Stato, in archivistica speciale, a cura di G. bonfiGlio-dosio,
Padova, CLEUP, 2011, pp. 17-52.
7 Esecutivo del titolo primo della l. 23 mar. 1853, n. 1483.
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Allo sforzo uniformatore del 1853 e del 1900 non corrispose, nei fatti, un tempestivo ade-
guamento degli archivi correnti e di deposito delle amministrazioni. Sui due provvedimen-
ti cfr. i saggi di e. Califano, Gli archivi correnti dei ministeri, in «Amministrazione civi-
le», V (1961), 47-51 (n. mon.: Cento anni di amministrazione pubblica), pp. 433-459; G.
tosatti, Dall’Archivio del Regno all’Archivio centrale dello Stato: l’istituto e la sua sede,
in L’Archivio centrale dello Stato, 1953-1993, a cura di M. serio, Roma, Ministero per i
beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993 (Pubblicazioni de-
gli Archivi di Stato, Saggi, 27), pp. 323-325; G. Melis, Storia dell’amministrazione italia-
na, 1861-1993, Bologna, il Mulino, 1996 (Le vie della civiltà), pp. 27-31; a. attanasio, i
processi di unificazione dello Stato italiano e le connesse esigenze di normazione nel setto-
re degli archivi correnti, in assoCiazione nazionale arChivistiCa italiana, sezione vene-
to, Archivi e cittadino. Genesi e sviluppo degli attuali sistemi di gestione degli archivi. Atti