Page 517 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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                  Sempre con l’«occhio del contemporaneo» abbiamo provato a leggere il con-
               testo di «conservazione» e le scelte adottate in materia di valutazione, selezione,
               riordinamento e fruizione degli atti individuati per la custodia permanente.
                  La prima domanda alla quale si è cercato di dare una risposta è stata quella
               attinente alle ragioni che hanno portato, nell’ambito dell’Armata sarda, alla cre-
               azione dell’Ufficio militare del Corpo reale di Stato maggiore, da cui discende
               l’attuale Ufficio storico dell’Esercito, struttura centralizzata, appositamente dedi-
               cata alla raccolta e tenuta degli archivi istituzionali.
                  La nascita, nel 1853, dell’Ufficio militare deve essere inserita, prima di ogni
               cosa, all’interno di un preciso momento storico, ovvero a quello che seguì al falli-
               mento della Prima guerra d’Indipendenza, caratterizzato dall’esigenza di analisi e
               di comprensione della disfatta, specialmente dal punto di vista militare. La campa-
               gna  del  1848-1849  riconfermava  la  possibilità  di  utilizzare  l’esperienza  bellica
               come il campo migliore per collaudare le istituzioni, ossia per applicare e, even-
                                                                                    10
               tualmente, modificare, correggere e sostituire dottrine e ordinamenti d’impiego .
                  E il confronto tra «teoria» e «pratica», al fine di verificare la validità o meno
               dei principî e dei metodi che avevano guidato l’azione dell’Esercito piemontese,
               poteva  avvenire  primariamente  sulle  testimonianze  documentarie  prodotte  dai
               comandi, enti e servizi che erano usciti sconfitti da Novara. Questo fatto trova
               conferma  negli  obiettivi  attribuiti,  nel  1856,  all’Ufficio  militare  che  doveva,
               anzitutto, imprimere maggiore impulso ai «lavori, studii e servizi interni di com-
               petenza del Corpo di Stato maggiore» e, secondariamente, «mantenere vivo nel
               Corpo lo studio dell’arte e storia militare e della scienza pratica dell’uffiziale di
               Stato maggiore». Per lo svolgimento dei suoi compiti l’Ufficio iniziò a raccoglie-
               re e ordinare le carte e le notizie «atte a presentare una conoscenza esatta e com-
               pleta dello stato dell’Armata, delle istituzioni militari del Regno, della situazione
               e mezzi di difesa, delle sue fortezze e delle risorse di cui [poteva] disporre in caso
               di guerra»; e, ancora, a compilare, «dietro documenti autentici raccolti nell’Ar-
               chivio del Corpo od altrove», la storia delle campagne e degli avvenimenti mili-
               tari del Paese e le «memorie relative alle guerre contemporanee» , destinate, già
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                  Come comprovato dall’inizio, all’indomani dell’insuccesso militare del 1849, della rifor-
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                  dell’Armata sarda.
               11   Istruzione sull’Uffizio militare del R. corpo di Stato maggiore, e sull’ordinamento dell’Ar-
                  chivio del medesimo, 1° lug. 1856, in part. art. 1, Istituzione ed attribuzioni dell’Uffizio mi-
                  litare, paragrafi 2-3, in AUSSME, L 3. Studi particolari, b. 301 (già 305), fasc. 1, s.fasc. 3.
                  Copia anastatica dell’istruzione in s. orlando, La regolamentazione della consultazione
                  dei documenti custoditi negli archivi degli uffici storici delle Forze armate: d.p.r. 30 set-
                  tembre 1963, n. 1409; d.m. 1° giugno 1990, in «Bollettino dell’Archivio dell’Ufficio sto-
                  rico», I (2001), 1, pp. 333-348.
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