Page 95 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                  95


               grandi unità, al servizio in guerra e all’istruzione tecnica delle unità; la direzione
               dell’Istituto topografico militare e della Scuola di guerra; e, infine, l’esercizio
               delle competenze specifiche relative all’addestramento, al personale e ai servizi
               del Corpo di Stato maggiore, alle truppe coloniali e ai distaccamenti dell’Esercito
               all’estero, al servizio tecnico-sanitario, alla Croce rossa italiana, alle esercitazioni
               annuali, ai rapporti con il Ministero della marina e con le altre autorità militari,
               alle dipendenze delle truppe del Genio in materia di indirizzo del loro speciale
               servizio in guerra (ad eccezione dei reggimenti Zappatori).
                  Inoltre, il decreto del 1908 stabiliva che la preparazione dei piani operativi do-
               veva essere effettuata prendendo preventivi accordi con il ministro della Guerra;
               che la ripartizione delle somme iscritte in bilancio per la difesa doveva essere
               proposta dal capo di Stato maggiore e approvata dal ministro della Guerra; che
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               la regolamentazione tattica  e tecnico-tattica doveva essere emanata dal capo di
               Stato maggiore dopo aver sentito il parere del Consiglio dell’Esercito; che l’alta
               direzione delle esercitazioni annuali doveva essere fissata caso per caso dal mi-
               nistro della Guerra, investendone o il capo di Stato maggiore o uno degli ufficiali
               generali designati per il comando di un’armata in guerra o, per le esercitazioni di
               assedio, uno degli ispettori delle armi tecniche.
                  Le attribuzioni del capo di Stato maggiore, del comandante in seconda e del
               generale addetto furono più volte modificate negli anni successivi fino al settem-
               bre 1914, quando al comandante in seconda veniva assegnata la direzione del I°
               Reparto (operazioni) e al generale addetto quella del II° Reparto (intendenza).
               Nel 1915, prima dell’entrata in guerra dell’Italia, l’organigramma del Comando
               del Corpo di Stato maggiore dell’Esercito prevedeva le seguenti articolazioni:
               capo di Stato maggiore; Intendenza; Ufficio operazioni e affari generali, compo-
               sto dai comandi generali della Cavalleria, dell’Artiglieria e del Genio, dal Riparto
               disciplina, dall’Ufficio servizio aeronautico, dall’Ufficio ordinamento e mobili-
               tazione, dall’Ufficio tecnico e dal Servizio informazioni (sezioni R e M); Ufficio
               affari vari, articolato in Ufficio personale ufficiali, Ufficio situazioni e comuni-
               cati di guerra, Ufficio stampa e propaganda, Segretariato generale affari civili,
               Gruppo missioni eserciti alleati, Servizio informazioni (Sezione U) e Quartier
               generale.
                  A  seguito  della  partecipazione  dell’Italia  alla  Prima  guerra  mondiale,  il
               Comando del Corpo di Stato maggiore fu oggetto di una profonda riorganizza-



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                  Il compito della «tattica» era quello di determinare il concetto e le modalità d’impiego dei
                  «mezzi di lotta» per trarre da essi il più efficace rendimento; i «mezzi di lotta» erano quei
                  mezzi destinati, in guerra, a nuocere direttamente o indirettamente all’avversario ed erano
                  rappresentati dall’«uomo», dalla «massa», dalla «combinazione degli sforzi», dalla «sor-
                  presa» e dalla «manovra».
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