Page 102 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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102 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
il numero di quelli di complemento, e comandare in colonia personale fisicamente idoneo,
oltre migliorarne le condizioni di vita .
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Il generale Ottorino Mezzetti, uno degli “operativi” più brillanti, aveva ben chiara l’im-
portanza di ufficiali preparati oltremare, ma l’avevano anche Graziani e Badoglio, che più
di una volta si lamentarono della bassa qualità dei sottoposti. Troppe erano le variabili in
gioco perché la figura del comandante non fosse fondamentale: le truppe, gli armamenti, il
clima e il territorio. Chi sbagliava in Italia, inoltre, poteva essere subito sostituito, ma in co-
lonia era tutta un’altra storia . Il comandante della colonna della Ghibla, colonnello Polli,
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prima dell’inizio delle operazioni per la conquista dell’oasi di Gheriat esc-Sciarghia, nella
parte sudoccidentale del deserto della Ghibla, inviò a tutti i suoi ufficiali un promemoria
molto interessante . Nel prendere atto che ufficiali con un’esperienza di anni in colonia,
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venivano spesso sostituiti con dei novellini, Polli sottolineava quanto fosse importante evi-
tare di farsi sorprendere, perché il panico fra la truppa significava sconfitta certa. In quelle
poche righe c’erano poi altri due punti fondamentali, la conferma del ruolo decisivo dei
comandanti e l’assoluto divieto di compiere omicidi e furti.
Nell’agosto dello stesso anno Graziani puntualizzava il ruolo degli ufficiali coloniali nel
Regio Esercito , ribadendo che il prestare servizio in colonia doveva costituire un titolo di
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merito . Per permetterne l’aggiornamento professionale, anche su temi non strettamente
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connessi alle operazioni di polizia coloniale, il comando della Tripolitania aveva istituito una
biblioteca, peraltro molto poco frequentata, e organizzava delle conferenze su temi specifici,
oltre a curare la diffusione di pubblicazioni come la “Rivista Militare”, la “Rivista Aeronau-
tica” e la “Rivista di Artiglieria e Genio”. Ad arricchire questo patrimonio di conoscenze di
carattere generale doveva poi contribuire lo studio della realtà locale dal punto di vista etnico
e culturale, attraverso la lettura di libri come le popolazioni della tripolitania del colonnello
De Agostini . Sempre Graziani, al termine di un impegnativo ciclo operativo nei deserti
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del sud-ovest tripolitano, avrebbe poi affermato che gli ufficiali dovevano avere un carattere
forte e deciso e una passione infinita, perché solo così avrebbero potuto superare i disagi del
deserto e della vita in colonia . E Graziani sapeva bene di che cosa parlava.
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259 Ministero della Guerra, Ufficio Colonie, Ufficiali nelle Colonie, firmato il generale di brigata Capo III
Reparto Bollati, 26 maggio e 17 luglio 1926, AUSSME, Fondo L-8, busta 189, fascicolo 2.
260 ottorino Mezzetti, Guerra in Libia. Esperienze e ricordi, op. cit., p. 1.
261 Comando colonna della Ghibla, Norme di Massima e prescrizioni, 2 giugno 1928, AUSSME, Fondo
L-8, busta 157, fascicolo 5.
262 Cultura professionale degli ufficiali, n. 5700/1 del 13 agosto 1928, AUSSME, Fondo L-8, busta 175,
fascicolo 1 e ACS, FG, scatola 6, fascicolo 8, sottofascicolo 1.
263 Circolare 207 G.M. del 2 aprile 1926.
264 Governo della Tripolitania, Ufficio Politico Militare, Le popolazioni della Tripolitania. Notizie etniche
e storiche raccolte da Enrico De Agostini, tenente colonnello addetto all’ufficio stesso, Tripoli, 1917 e Go-
verno della Cirenaica, Le popolazioni della Cirenaica. Notizie etniche e storiche raccolte dal Colonnello
Enrico De Agostini, Bengasi, 1922-1923.
265 Relazione sulla situazione ed avvenimenti nel sud tripolitano (Primavera 1929), AUSSME, Fondo L-8,
busta 158, fascicolo 12.
Capitolo seCondo

