Page 107 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940)  107

              deserto, perché i più funzionali e gli unici in grado di resistere alle condizioni estreme di
              quell’ambiente. Napoleone aveva formato un intero reggimento montato su dromedari al
              Cairo e un francese, il maresciallo Bugeaud, fu il primo a organizzarli sistematicamente
              nel 1843 . Per quanto riguarda l’utilizzo che ne fecero gli italiani, si può affermare che il
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              primo nucleo di meharisti fu creato in Eritrea nel 1896, per la campagna contro i Dervisci,
              e in Somalia nel 1909 ne fu costituito un secondo che nel 1911 venne trasformato in uno
              squadrone e nel 1913 trasferito in Cirenaica. Nel 1912 in Tripolitania arrivò un reparto
              meharisti, diviso poi in 1° e 2° squadrone, mentre il 3° nacque l’anno dopo a Bengasi per
              trasformazione del nucleo proveniente dalla Somalia e venne poi trasferito anch’esso, nel
              1915, in Tripolitania. Fu proprio laggiù, e in particolare nel Fezzan, che questi reparti eb-
              bero il maggior impiego, soprattutto dopo il 1919 nel corso della cosiddetta riconquista.
                 Nel 1923 i meharisti operarono tra Giado e Nalut, spingendosi nel 1924 attraverso la
              Ghibla fino alla lontana oasi di Gadames. Proprio in quell’anno lo squadrone fu sciolto e i
              meharisti passarono nei reparti sahariani, ma vennero poi nuovamente attivati nel 1925 in
              Cirenaica per il controllo del confine orientale, sotto la guida del capitano Massimo Adolfo
              Vitale, dando vita al Gruppo Squadroni meharisti di confine , dimostrandosi determi-
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              nanti nelle operazioni di avvicinamento all’oasi di Giarabub . Lo squadrone meharisti era
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              decisamente atipico in quanto vi militavano esponenti di etnie diverse: etiopi cristiani e
              musulmani, arabi yemeniti, cirenaici, tripolitani, egiziani, somali della Somalia britannica
              e di quella italiana, sciamba del sud dell’Algeria . Dipendente dall’amministrazione civile,
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              lo squadrone diede un buon rendimento tanto che ne venne subito formato un secondo,
              dando vita ad un Gruppo Squadroni . Nel 1926 però, per ragioni di carattere militare, il
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              gruppo venne sciolto destinando uno squadrone al confine occidentale e lasciando l’altro
              su quello orientale. Compito di questo tipo di reparto era il controllo sistematico delle
              frontiere, soprattutto quella egiziana per la repressione del contrabbando e parecchi furono
              gli scontri con le carovane senussite. I meharisti costituirono anche l’avanguardia della co-
              lonna che arrivò nel 1926 a Giarabub, e in quel contesto è interessante la differenziazione,
              sottolineata da Piero Crociani, tra i mehara addetti al trasporto di mitragliatrici pesanti,
              portati a mano dai propri conducenti, e quelli impiegati per il trasporto di mitragliatrici
              leggere, sistemate sulla rahla (sella) del tiratore .
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                 I battaglioni di fanteria coloniale, composti in prevalenza da elementi libici ed eri-
              trei, venivano utilizzati per azioni ad elevata intensità dinamica, generalmente nelle zone


              284 I britannici avevano impiegato i cammelli in India, nel 1757, nella famosa battaglia di Plassey vinta
                 dal generale Clive.
              285 D.G. n. 410/41 del 10 marzo 1925.
              286 Può essere utile sfogliare MaSSiMo a. vitale, I Meharisti ed i Mehara, Bengasi, Unione Tipografica,
                 1927, e G. creMaSco, i celeri del deserto, in “Esercito e Nazione”, n. XII, ottobre 1934.
              287 Sunti storici dello Squadrone meharisti della frontiera orientale, n. 12 R.S. del 27 maggio 1926, AUS-
                 SME, Fondo L-8, busta 113, fascicolo 28.
              288 D.G. n. 5200/101 dell’8 settembre 1925.
              289 SteFano aleS, piero crociani, andrea viotti, op. cit., p. 74. Si veda anche Federica Saini FaSa-
                 notti, Libia 1922-1931. Le operazioni militari per la riconquista, op. cit., p. 125.
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