Page 118 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
P. 118
118 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
I metodi dei capi ribelli per arginare il malcontento di alcune frange della popolazione
erano molto semplici, come spiegava il commissario regionale Crocetta: da un lato faceva-
no credere che il governo italiano fosse ormai prossimo a cedere, dall’altro imponevano “re-
strizioni e castighi spietati” . Le rappresaglie nei confronti della popolazione da parte della
329
resistenza erano quindi una pratica comune, come testimoniano numerosi rapporti che,
sia pure con le dovute cautele, non possono non essere presi in considerazione. Lo stesso
Omar al-Mukhtar, inizialmente poco propenso a ricorrere a questi metodi, col passare del
tempo ebbe un atteggiamento sempre più duro . In proposito è significativo quanto disse
330
nell’interrogatorio del 15 settembre 1931 a Bengasi :“[…] Le popolazioni delle città mi
odiano perché io ho portato loro la disgrazia ed io li ricambio con altrettanto odio perché
esse non hanno aiutato la causa della loro religione, per la quale solo io ho combattuto” .
331
I comandi militari, d’altro canto, erano ben consapevoli della necessità di non alienarsi
la popolazione e cercavano quindi di mantenere uno stretto controllo sulla truppa, soprat-
tutto all’indomani di uno scontro . Nel gennaio del 1925, pochi mesi prima della grande
332
operazione sull’altopiano del Gebel Cirenaico che si sarebbe sviluppata tra il 10 e il 18
aprile, il governatore Mombelli ordinò che le colonne operanti avessero al seguito consiglie-
ri politici e tenessero un comportamento coerente con l’atteggiamento delle popolazioni:
chi si fosse dimostrato ostile avrebbe dovuto essere colpito dalla rappresaglia, ma chi era
pronto a sottomettersi non doveva essere molestato . Non è dimostrabile che succedesse
333
sempre così, ma è certo che gli ordini erano questi e tutti li conoscevano: lascia piuttosto
sconcertati che nessuno studioso lo abbia ricordato.
Nell’estate del 1926 in Cirenaica poteva dirsi completato l’inquadramento delle popo-
lazioni sottomesse, iniziato con il censimento delle tende dislocate lungo le camionabili e
vicino ai presidi. Il punto era che per allontanare i civili dalle bande dissidenti bisognava
impedirne il nomadismo concentrandole intorno alle ridotte. Così, ad esempio, il 12 giu-
gno 1926, a Slonta vennero sistemate 488 tende e ad el-Faidia 272. Nel giro di poco
334
tempo tra i villaggi di Beda e Messa ne furono poi allestite 770, mentre vicino alla ridotta
di Maraua ce n’erano quasi 500. In questo modo fu più semplice censire la popolazione
residente nella zona di Cirene: tra questa città e le località di Apollonia, Beda, el-Faidia,
Slonta, Maraua e Hania si contarono circa 3.236 tende per 15.080 anime e quasi 175.000
capi di bestiame . La vita in queste condizioni non era facile ma per molti era preferibile
335
329 Situazione politico-militare-Notiziari (dicembre), Informazioni politiche, s.d., ASMAI, Posiz. 122/29,
fascicolo 269.
330 Tel. n. 264 del 22 febbraio 1924, ASMAI, Libia, Posiz. 134/25, fascicolo 189.
331 luiGi Santarelli, GiorGio rochat, roMain r. rainero, luiGi GoGlia, Omar al-Mukhtar e la ricon-
quista fascista della Libia, op. cit., p. 256.
332 ottorino Mezzetti, Guerra in Libia. Esperienze e ricordi, op. cit., p. 141.
333 Direttive Politiche da seguire durante l’operazione in territorio Abid e Braasa, alleg. alla nota n. 02 gab.,
8 gennaio 1925, ASMAI, Libia, Posiz. 150/6, fascicolo 10bis.
334 Il campo di Slonta è quello che fu incresciosamente attaccato da Omar al-Mukhtar il 29 novembre
1927.
335 Relazione politica mesi di giugno-luglio1926, n. 2229 ris., ASMAI, Libia, Posiz. 134/27, fascicolo 204.
Capitolo seCondo

