Page 121 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940) 121
ben sapevano al ministero delle Colonie. Nel gennaio del 1923 Luigi Federzoni, ministro
delle Colonie dall’ottobre del 1922, scrisse al governatore Volpi di fare tutto il possibile
per garantire la sicurezza delle popolazioni sottomesse, evitando nel contempo di compiere
atti ostili nei confronti della Senussia . Era un problema di difficile soluzione, una volta
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disarmate, le tribù non erano più in grado di difendersi da sole, come facevano da secoli
contro i predoni, e diventavano una facile preda per i ribelli che le obbligavano a fornire
viveri e anche uomini . Certo, essere disarmati poteva anche significare non poter più
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essere cooptati per la causa anti-italiana, ma il rischio rimaneva molto alto. Nel 1922, sot-
to il governatorato di Volpi, e durante le prime operazioni offensive che videro emergere
la figura di Graziani, qualcosa si cominciò a fare ma non era ancora abbastanza . E’ in
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quest’ottica che, con uno dei suoi ultimi atti da ministro, nell’ottobre del 1922 Amendola
diede il benestare a uno stanziamento di 12 milioni di lire a favore delle popolazioni berbe-
re attingendo ai fondi disponibili per il risarcimento dei danni di guerra .
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Il caso delle tribù cirenaiche che fecero atto di sottomissione nella primavera del 1926
è significativo della complessità del problema. Davanti alla loro richiesta di essere riarmate,
il commissario regionale Rienzi si chiedeva infatti se il loro scopo fosse quello di proteg-
gersi dai dissidenti e non piuttosto quello di riavere le armi per impiegarle, a secondo delle
circostanze, contro gli italiani . Sempre nel 1926 Graziani sottolineava che le popolazioni
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del Gebel erano per lo più nomadi che vivevano in piccoli attendamenti spesso distanti
decine di chilometri gli uni dagli altri. Era quindi necessario il “possesso delle armi per
difendersi dai predoni” : in queste condizioni un disarmo volontario sarebbe stato im-
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possibile avrebbe dovuto essere imposto con la forza. Se nel 1923 si poteva ancora pensare
di distribuire armi ai civili per autodifesa , nel 1927, dopo il ciclo operativo dell’estate
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nel Gebel cirenaico, il governatore Teruzzi chiarì ai commissari della Cirenaica che le sot-
tomissioni potevano essere considerate tali solo se accompagnate dalla consegna delle armi.
In caso contrario, c’era il rischio che donne e bambini, vecchi e inabili, fossero mandati
agli italiani per liberarsi di inutili bocche da sfamare . In ogni caso le popolazioni passate
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344 Situazione politico-militare (gennaio), tel. n. 3956 del 3 gennaio 1923, ASMAI, Posiz. 122/28, fasci-
colo 263.
345 Tel. n. 1396 del 18 settembre 1923 al Governo di Tripoli del commissario regionale Zedda, AUS-
SME, Fondo L-8, busta 154, fascicolo 18.
346 Situazione politica, tel. n. 83 P.R. dell’8 giugno 1922 al ministero delle Colonie, ASMAI, Posiz.
122/28, fascicolo 255.
347 Situazione politico-militare, tel. n. 6708 del 9 ottobre 1922, ASMAI, Posiz. 122/28, fascicolo 260.
348 Commissario di Governo, Relazione politica mesi di giugno-luglio 1926, tel. n. 2229 Ris. ASMAI, Li-
bia, Posiz. 134/27, fascicolo 204.
349 Situazione della Ghibla in riferimento ai criteri direttivi di cui a foglio 98 Pol. Gab. del 12 corrente, tel.
n. 63M., del 14 gennaio 1926 al Comando della Tripolitania, AUSSME, Fondo L-8, busta 155, fa-
scicolo 9.
350 Tel. n. 6M. del 24 settembre 1923, al cap. Vitale e magg. Volpini - Nalut, firmato Graziani, AUS-
SME, Fondo L-8, busta 154, fascicolo 18.
351 Azione politica-Istruizioni e direttive, tel. n. 7644 Ris. del 17 settembre 1927, ASMAI, Libia, Posiz.
134/27, fascicolo 208. Il concetto fu ribadito due mesi dopo (relazione con le popolazioni sirtiche, tel.

