Page 217 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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                    AUSSME. Squadra di cetnici armata di fucili Mauser jugoslavi nell’ottobre 1942

              se battuto, si disperdeva subito in piccoli gruppi, impedendo così un effettivo sfruttamento
              del successo. In ogni caso, anche nella difesa di obiettivi fissi, si doveva puntare a riprendere
              subito l’iniziativa, escludendo qualunque ipotesi di ripiegamento, che avrebbe esposto le
              truppe a un rischio troppo elevato.
                 Nell’occupazione di una regione era necessario ricercare innanzitutto l’unità di coman-
              do, poi ripartire il territorio in zone, soggette ciascuna alla giurisdizione territoriale di
              un’unica grande unità, mantenendo in posizione centrale una massa di manovra, svincolata
              da compiti di presidio, con cui poter intervenire rapidamente ovunque in caso di necessità.
              Per semplificare i problemi di carattere politico ed economico, e armonizzarne la soluzione
              con quelli di carattere militare, era opportuno che le singole zone comprendessero territori
              aventi unità etnografica, politica ed economica. L’organizzazione militare di una zona do-
              veva essere articolata in una componente fissa, costituita da presidi, appoggiati di norma a
              centri abitati organizzati a caposaldo, e da elementi minori destinati soprattutto alla prote-
              zione delle vie di comunicazione, e in una componente mobile, costituita da gruppi e rag-
              gruppamenti tattici composti da fanteria, artiglieria, mezzi corazzati e genio, con adeguata
              autonomia logistica. Dal momento che l’avversario non disponeva di aviazione e artiglierie
              pesanti, i capisaldi dovevano avere una struttura quanto più possibile compatta, allo scopo
              di facilitare a un tempo la difesa e l’azione di comando. Appoggiati a edifici apprestati a
              difesa utilizzati anche come ricoveri e depositi, i capisaldi dovevano permettere una difesa a
              giro d’orizzonte con un perimetro difensivo rafforzato da un ostacolo continuo, di norma
              un reticolato, battuto dal tiro fiancheggiante di armi automatiche per le quali occorreva
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