Page 228 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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menti necessari per impedire o reprimere eccessi da parte delle formazioni croate e M.V.A.C.
(Milizia Volontaria Anti Comunista) a danno delle popolazioni”, raccomandando che nel
trattamento da usare verso le popolazioni, gli edifici, villaggi e beni, e verso i partigiani ci
si attenesse alle norme in vigore e sottolineando che “inasprimenti alle medesime, praticati
senza un’assoluta necessità (atti di ostilità armata, ribellione, tentativi di fuga), sarebbero
indegni delle nostre tradizioni di umanità e di giustizia, e costituirebbero altresì nei riflessi
delle popolazioni un’arma “a doppio taglio”. Allo stesso modo “il saccheggio delle abitazioni,
comprese quelle da distruggere, deve essere impedito con misure preventive e, se occorre,
con repressioni draconiane.” La circolare trattava in successione il servizio informazioni, le
misure di sicurezza, incluse quelle precauzionali nei confronti della popolazione e di prote-
zione delle infrastrutture militari e delle linee di comunicazione, l’organizzazione difensiva
del territorio (caposaldi, posti di blocco, cinte di sicurezza, fronti difensivi, riserve mobili)
e dei presidi, i criteri d’impiego delle truppe in operazioni, da improntare sempre all’azione
offensiva, il trattamento da usare alle popolazioni ed ai partigiani nel corso delle operazioni.
Dal punto di vista tattico, la Circolare No. 3 C riprendeva le norme contemplate nella
circolare n. 36.000, estendendole a casi pratici e particolari, con la descrizione minuta delle
consegne delle sentinelle, delle ronde e dei corpi di guardia a posti di vigilanza, a depositi
e caserme, dei sistemi di approntamento a difesa degli edifici inclusi nel perimetro dei
caposaldi, dei metodi di raccolta delle informazioni, come l’interrogatorio di prigionieri,
AUSSME. Campo internati civili di Arbe
Capitolo terzo