Page 233 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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La 2 armata e Le operazioni di controguerrigLia in JugosLavia (1941-1943) 233
a
AUSSME. Plotone di un battaglione M ben equipaggiato ed inquadrato
di Spalato, la seconda città del paese, di Sebenico e di una ristretta fascia costiera irritò
ulteriormente i croati, ma ciononostante il governo italiano intese procedere ugualmente,
anche perché nel primo dopoguerra l’assegnazione di quei territori al Regno SHS aveva
alimentato il tema della “vittoria mutilata”. I territori annessi furono accorpati alla provin-
cia di Zara, già italiana, e a Cattaro, a formare il Governatorato della Dalmazia, mentre
la provincia di Fiume, riconosciuta italiana col trattato di Rapallo del 1929, fu ampliata
incorporando la città di Sussak. Il territorio croato occupato dalla 2ª Armata a occidente
della linea di demarcazione italo-tedesca era diviso in due zone chiamate rispettivamente
“seconda zona” e “terza zona”. La “seconda zona” era compresa fra i territori annessi all’Italia
(“prima zona”) e una linea di demilitarizzazione che correva a una distanza di circa 50 Km.
Le grandi unità della 2ª Armata destinate inizialmente all’occupazione della Croazia e dei
territori annessi furono il V Corpo d’Armata (divisioni “Re” e “Lombardia”), il VI Corpo
d’Armata (divisioni “Bergamo” e “Sassari”), l’XI Corpo d’Armata (divisioni “Granatieri di
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Sardegna” e “Isonzo”) e il Corpo d’Armata Celere (1ª, 2ª e 3ª Divisione Celere) .
661 Foglio n. 3850 in data 3 maggio 1941, Organizzazione del territorio occupato: varianti alla circolare
3700, comando 2ª Armata – Ufficio Operazioni. Nell’ottobre 1941 rimpatriò il comando del Corpo
d’Armata Celere, cui fece seguito la 2ª Divisione Celere entro la fine dell’anno. All’inizio dell’occu-
pazione il comando carabinieri della 2ª Armata disponeva di tre battaglioni CC.RR. mobilitati e di
tre battaglioni territoriali mobili, potendosi avvalere anche dell’opera degli ex-gendarmi jugoslavi e di
agenti municipali attentamente selezionati.