Page 246 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           trattative preliminari svoltesi in marzo-aprile ad Abbazia, Lubiana e Zagabria . Il coman-
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           do sul campo fu affidato al generale tedesco Bader, mentre Roatta ebbe la direzione generale
           delle operazioni. I tedeschi accettarono che un generale italiano guidasse loro forze, evento
           più unico che raro nella storia dell’alleanza italo-germanica, sia per l’importanza dell’obiet-
           tivo - il centro nevralgico dell’insorgenza comunista in Bosnia (area intorno a Foca) - sia
           per stima di Roatta, in passato addetto militare a Berlino, sia anche per la momentanea
           debolezza del Terzo reich nello scacchiere jugoslavo . Nel corso delle trattative di Abbazia
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           vennero percepite forti riserve tanto dei croati quanto dei tedeschi , poco disposti a impe-
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           gnarsi a fondo pur mettendo alla fine a disposizione una divisione di fanteria, il che indusse
           Ambrosio a dubitare apertamente delle possibilità di successo dell’operazione.
              Nei confronti dei ribelli e dei loro sostenitori i tre eserciti avrebbero dovuto agire con
           il pugno di ferro, comportandosi però con giustizia ed equilibrio nei confronti della popo-
           lazione . Ai cetnici, purché non avessero contrastato l’azione delle forze dell’Asse, doveva
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           essere riservato un trattamento diverso da quello riservato ai partigiani comunisti .
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              Il concetto d’azione studiato da Roatta, articolato in dieci punti, prevedeva una serie
           di ampie manovre convergenti miranti a incapsulare il grosso delle bande nemiche inte-
           ressando una zona dopo l’altra e sfruttando al massimo la potenza di fuoco del binomio
           artiglieria-aviazione. L’intendenza della 2ª Armata costituì un ufficio misto presso il quar-
           tier generale del Kampfgruppe Bader composto di 6 ufficiali addetti ai vari servizi logistici, e
           per favorire le comunicazioni tra i reparti italiani e quelli tedeschi fu creata una complessa
           rete di nuclei di collegamento basati su ufficiali, interpreti e centri radio. Un colonnello
           italiano, con un nucleo di collegamento, fu distaccato presso il comando tedesco in Serbia
           per assicurare il coordinamento dei vari nuclei di collegamento affiancati al comando del
           Kampfgruppe Bader e della 718ª Divisione di fanteria germanica. Si provvide inoltre a
           rafforzare i reparti d’aeronautica che raggiunsero la forza di circa tre stormi, inclusi una
           sezione collegamento aerei leggeri e squadriglie da bombardamento.





           689 Secondo l’addetto militare italiano a Belgrado, nel dicembre 1941 Bader aveva in mente un’azione
              articolata in due fasi, la prima in Bosnia orientale e la seconda nella zona di Sarajevo, senza la colla-
              borazione croata ma con il concorso di truppe da montagna italiane.
           690 In un messaggio al Comando Supremo del 6 febbraio, von Rintelen comunicò “che non est preve-
              dibile partecipazione truppe tedesche at azione decisiva contro ribelli nella prossima primavera. Da
              parte germanica operazioni in Serbia e Bosnia sono considerate sufficienti at ristabilimento ordine nei
              territori occupati da truppe tedesche. In conseguenza divisioni tedesche disponibili verranno trasferi-
              te in Russia per sostituirvi altre divisioni molto provate”.
           691 I tedeschi avevano all’epoca una divisione e pochi battaglioni territoriali in Croazia e tre divisioni in
              Serbia.
           692 La proposta croata di sgombero totale delle popolazioni di intere zone, per semplice sospetto o a ti-
              tolo precauzionale, fu rigettata.
           693 Roatta fece ogni sforzo per indurre tedeschi e croati a scendere a patti coi cetnici di Bosnia affinché si
              mantenessero almeno neutrali. Mentre i cetnici dell’Erzegovina erano già entrati nell’orbita italiana,
              quelli di Bosnia erano al momento ostili all’Asse e sicuramente in rapporto coi comunisti.

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